Il piano del nuovo Ministro: dopo l’edilizia mi dedicherò agli insegnanti

Comincia a prendere corpo, giorno dopo giorno, il progetto del nuovo ministro dell’Istruzione, Maria Grazia Carrozza, a proposito della volontà espressa sin da subito di valorizzare la figura dei docenti. In un’intervista rilasciata il 6 maggio a Rai radio 1, il neo responsabile del Miur ha spiegato che “quando all’inizio del mio mandato ho detto ‘bisogna ridare dignità agli insegnanti’ intendevo” dire che occorre ridare “dignità professionale” offrendo “loro strumenti per crescere considerandoli i nostri ambasciatori sul territorio: svolgono un grandissimo lavoro e tutti i nostri figli sono stati educati da loro. Chi è che non si ricorda gli insegnanti più importanti incontrati durante il proprio percorso scolastico”. Da un punto di vista pratico significa che la Carrozza, dopo aver studiato e riattivato il progetto prioritario di messa in sicurezza “delle infrastrutture” e “dell’edilizia scolastica”, si dedicherà proprio alla tante problematiche “legate agli insegnanti, alla loro immissione in ruolo e anche alla loro formazione. Penso – ha sottolineato – che ci sia anche un bisogno di investimento per la loro formazione”. Rimane da capire con quali soldi. Ma, almeno, la volontà di qualificare le competenze dei docenti italiani (non è chiaro se anche di quelli anche di ruolo) è stata espressa a chiare lettere.
Carrozza ha poi ribadito il concetto della scarsa importanza che viene data al settore dell’istruzione. “Dall’asilo fino alla laurea e poi anche il post laurea fa parte del nostro lavoro quindi – ha continuato il ministro – penso che sulla scuola ci siano tante emergenze importanti che dobbiamo affrontare. Secondo me – ha proseguito il Ministro – l’insegnante è l’elemento cardine in tutti gli ordini di scuola quindi dobbiamo recuperare la figura dell’insegnante nel senso anche del prestigio sociale che questo ha sempre avuto in Italia e che deve continuare ad avere o deve acquisire se non siamo stati in grado di darglielo fino in fondo quindi c’è un problema sicuramente di precariato nella scuola ma c’è anche un problema di formazione e di strumenti formativi che permettano agli insegnanti di crescere e di leggere sempre il proprio tempo con gli occhi giusti”, ha concluso Carrozza.
Alessandro Giuliani

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