Categorie: Politica scolastica

Il “Piano scuola” di Renzi rimane inaccettabile

1. Ha promesso 150.000 assunzioni, presentandole come una generosa ‘concessione’. In realtà, il Governo sarebbe obbligato ad assumere i precari da una sentenza della Corte di Giustizia Europea, che minaccia di far pagare all’Italia 4 miliardi di multa.

Gli unici ‘beneficiari’ dovevano essere i precari delle Gae (anche quelli che, fra loro, rifiutano incarichi da anni), ma nel novero adesso ce n’è la metà: escluse le insegnanti di scuola dell’Infanzia e ‘cernita’ per gli altri a seconda delle classi di concorso). Per chi non è nelle Gae, e neppure fra i vincitori dell’ultimo concorso (ma magari ha più anni di servizio), una sola ipotesi: cambiare lavoro. In realtà i soldi stanziati erano calcolati al ‘lordo stato’ (come le inesatte tabelle stipendiali dei docenti italiani pubblicate nel testo de ‘La buona scuola’) e non bastavano per coprire le assunzioni dichiarate: ora, la ‘montagna’ partorirà il topolino di 40.000 assunzioni (fra Ata e docenti), ovvero poco più di quanto avrebbero dovuto fare comunque, coprendo il turn-over (35.000 pensionandi) e le 8.000 cattedre di sostegno scoperte.

Per quel piano di assunzioni, avrebbero dovuto disapplicare le norme di legge sulla costituzione degli organici, non c’era nessuna volontà politica di farlo, tanto che il Governo non era in linea con i tempi di approvazione dichiarati. Questo significa anche che non ci sono le condizioni per realizzare l’organico funzionale né per eliminare la classi-pollaio, cose che richiederebbero sia un’assunzione percentualmente più alta rispetto alle cattedre da coprire, che la revisione dei parametri per la formazione delle classi.

La sentenza del 26.11.2014 (in ottemperanza di quanto stabilito dalla Suprema Corte di Strasburgo) in realtà chiarisce che Renzi s’era fatto uno ‘sconto’: i precari da assumere sono molti di più. Infatti vanno assunti anche i precari ATA ed i docenti che rientrano nella tipologia contemplata dalla sentenza pur non essendo nelle Gae. Infine, se interpretati estensivamente, i 36 mesi incardinerebbero il diritto all’assunzione per una platea di 250.000 insegnanti (più i precari Ata, già ricordati, che sono 30.000, nonostante i 2.000 posti tagliati dalla legge di stabilità). Il resto dovrà aspettare, e sarà ‘legato’ all’approvazione del ddl scuola, probabilmente fino alle elezioni politiche: così Renzi spera che i posti promessi si trasformino in voti… In conclusione, i ‘regolarizzati’ saranno infine molti di meno anche rispetto alle Gae, senza neppure la retrodatazione giuridica (altro che assunzione a Settembre 2015!).

2. Il blocco dei 40.000 verrà ‘regolarizzato’ per gradi (con contratto ‘a tutele crescenti’?), e sarà sempre licenziabile senza l’articolo 18. Nel frattempo, il Governo farà “sparire” i posti vacanti (per ‘regolarizzarsi’ con l’Unione Europea), obbligando i neo-assunti ad un orario maggiorato e ‘flessibile’ nell’ambito di un ‘Organico funzionale’ indegno di questo termine, obbligando il personale di ruolo a sostituire gli assenti a costo zero (sulle supplenze brevi, vd. legge di stabilità e vd. calcolo a debito dei giorni di chiusura delle scuole con la ‘banca delle ore’). “L’organico funzionale’ non sarà tale (aggiuntivo): perciò nessun ‘arricchimento dell’offerta formativa”.

3. Più avanti, i giorni di chiusura delle scuole agli alunni e di sospensione didattica entreranno nelle “banche ore”: cioè ogni docente dovrà restituirli integralmente lavorando in più (prevalentemente supplenze gratuite) in periodi decisi dal Dirigente oppure, se serve, anche durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive, con mansioni diverse da quelle didattiche (La buona scuola, pp. 51 ss.).

4. Tutti i docenti, trasferimento dopo trasferimento, perderanno la titolarità sul proprio istituto: con l’ ‘organico funzionale’ ognuno diventerà titolare “in una rete di scuole” ed inserito in un ‘albo’, dal quale i dirigenti pescheranno la loro ‘squadra’. Se necessario, il Dirigente potrà obbligare il docente a sostituire gli assenti anche in scuole diverse (La buona scuola, pp. 14 ss.). Il dirigente chiamerà nella propria scuola i docenti che vuole, scegliendoli dal registro senza vincolo alcuno di graduatoria o di diritti acquisiti (chiamata diretta).

5. Si potrà essere spostati su materie diverse (purché “affini”!) (La buona scuola, pp. 27 ss.). 6. Un gruppo di “esperti” del Governo definirà (in tre mesi – sic!) le “competenze dei docenti” (La buona scuola, pp. 45 ss.), rivedendone completamente lo stato giuridico (trasformando la docenza da lavoro non subordinato a prestazione subordinata).

7. passeremo la vita a raccogliere ‘crediti.’ ci saranno ‘crediti didattici, formativi e professionali’, che confluiranno nel portfolio del docente, “vagliato” discrezionalmente dal ‘Nucleo di Valutazione’ interno di ogni scuola, che potrà operare in modo diverso dai ‘nuclei’ delle altre (La buona scuola, pp. 51 ss.).

8. Per premiare i “meritevoli”, vengono stanziati 200 milioni: il primo scatto di ‘merito’ si avrà solo nel 2018 (La buona scuola, pp. 55 ss.).

9. Il dirigente avrà fidati esecutori e controllori, chiamati ‘mentor’ (2 per scuola), scelti solo fra chi sarà risultato ‘meritevole’ per 3 volte consecutive (ottenendo la ‘elargizione’ del bonus per ben 9 anni). I ‘mentor’, in ‘pista’ solo fra una decina d’anni (e solo per il tempo che resteranno tali), saranno al massimo il 10% della categoria, matureranno una “indennità di posizione” e saranno gli unici ad incrementare minimamente lo stipendio base (La buona scuola, pp. 57 ss.).

10. Il dirigente avrà mano totalmente libera nello scegliere fra docenti ed ata le persone di sua fiducia, premiandole o penalizzandole come meglio crede.

11. Le scuole private, in molte delle quali non si controlla neppure la frequenza degli alunni e che, come dimostrato nel nostro dettagliato ‘Libro nero’ (inviato agli ultimi due Ministri senza tangibili risultati), spesso non pagano gli insegnanti offrendo loro il punteggio per superare in graduatoria nelle scuole pubbliche i precari onesti, dovranno avere più soldi e con più facilità, mentre nelle scuole pubbliche si verrà valutati anche da un ‘pagellino’ redatto dagli alunni.

12. Le Scuole Statali riceveranno soldi da “Enti Locali, famiglie e privati”, che ne determineranno la linea educativa.

13. Ogni insegnante sarà schedato nel “Registro Nazionale dei docenti della scuola” (albo), con le informazioni del fascicolo personale accessibili a tutti, perché visibili on line.

14. Il direttore dei servizi generali e amministrativi sarà, per docenti ed Ata, “braccio esecutivo” e “sentinella” del Dirigente (La Buona Scuola, p. 69).

15. I Decreti Delegati verranno aboliti (D.P.R. 416 e 417/74). Il Collegio dei Docenti diverrà un ‘Consiglio’ meramente consultivo, con l’unica funzione di decidere della programmazione didattica. Tutto il potere andrà al dirigente ed al “Consiglio dell’Istituzione scolastica”, al quale parteciperanno con diritto di voto i privati finanziatori. Determinante, per tenere sotto scacco i Docenti, sarà il “Nucleo di Valutazione” (La buona scuola, p. 71). Insomma, tutto quanto era già previsto dal disegno di legge Aprea-Ghizzoni, al quale va aggiunta l’ultima ‘trovata’ del questionario-pagella redatto annualmente dagli studenti sugli insegnanti.

16. Le scuole dovranno aprire fino alla sera, con il lavoro dei Docenti (spontaneo o coatto?), nonché del volontariato studentesco e del “territorio”. Questa è l’idea relativa ai cd. ‘Centri di aggregazione sociale’ (La buona scuola, pp. 64 ss.).

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