Fare o non fare domanda on line per partecipare alle fasi B e C, su scala nazionale, per essere immessi in ruolo? Questo è il dubbio che sta assillando migliaia di precari, intimoriti di dovere lasciare la famiglia per assumere il ruolo in una qualsiasi provincia italiana, assegnata da un cervello elettronico.
Ovviamente dietro una scelta così delicata, c’è la responsabilità di rinunciare ad un ruolo quasi certo, ma anche il problema di venire meno alle responsabilità di essere madre o padre, moglie o marito. Cosa scegliere? Cosa fare? Rischiare il tutto per tutto, mettendosi nuovamente in gioco e quindi compilare ed inviare la procedura online per partecipare alle fasi B e C, oppure rinunciare al sogno del ruolo, restare con i propri figli e continuare ad essere precario? In queste ore si stanno provando a fare anche calcoli matematici per capire quale possa essere la percentuale di rischio, ma mancando il dato principale della distribuzione provinciale e per classi di concorso dell’organico potenziato, anche la matematica non può dare risposte certe.
A quale “Santo” rivolgersi allora? Anche la Divina provvidenza, non può occuparsi di cose di questo genere, ha impegni ben più gravosi. Bisogna rassegnarsi a quello che è un chiarissimo caso di “terno al lotto”.
I precari della scuola saranno inseriti in una grande ruota che gira, come se fossero palline numerate, e se nella ruota di Cagliari esce il tal numero, si deve prendere la nave e raggiungere la terra dei quattro mori. Molti precari stanno decidendo di non fare la domanda per partecipare alle fasi B e C, anteponendo gli interessi familiari ed affettivi a quelli della carriera lavorativa, con la convinzione di entrare in ruolo con le immissioni dei prossimi anni. Questa convinzione è fondata sul fatto che chi non produce domanda, resterà comodamente inserito nelle attuali graduatorie di merito o di esaurimento, in attesa dei prossimi turnover.
Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, in un’ intervista di oggi, alla “Stampa”, invita i precari a riflettere, spiegando che non vale la pena rinunciare al ruolo, perché un piano straordinario come questo non si ripeterà più. Spiega il responsabile del Miur, che ci saranno al massimo un paio di anni di transizione in cui i posti eventualmente vacanti saranno assegnati per le supplenze, ma questo meccanismo è destinato a finire. Dopo questa fase transitoria, continua la Giannini, si entrerà in ruolo per concorso, così come previsto dalla Costituzione. Parole dure quelle del Ministro, che invitano a riflettere tutti coloro che avrebbero deciso di rinunciare al piano straordinario delle immissioni in ruolo, sembrerebbe che il responsabile del Miur dica che quello di oggi è l’ultimo treno per entrare in ruolo. Treno e terno parole anagrammate sembrano volere spingere i precari a fare un terzo anagramma: “entro”.
Giochi di un’estate calda, che inquieta la serenità familiare di migliaia di precari, anche questa è la scuola italiana.
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