Sul sito left.it troviamo una singolare analisi sulle pensate di questo governo, di sinistra (?) relativamente alla consultazione sulla “buona scuola”.
Secondo l’editorialista se “con il centrosinistra al timone trionfavano gli incompetenti, gli esecutivi del centrodestra e poi quelli tecnici hanno proseguito sulla strada della esternalizzazione dell’esperienza scolastica, che da qualche tempo è riconosciuta esclusivamente agli economisti, veri e propri oracoli per chi sa solo tagliare le risorse”.
“Ora il governo prova a mettere la sordina al malcontento tra gli insegnanti con una consultazione sulla Rete secondo le regole opache della E-Democracy. Come potremo sapere chi si è espresso, per quante volte e, soprattutto, quali competenze abbia per formulare proposte sul sistema di istruzione? Può consolare la banale constatazione che “uno vale uno” quando secondo la Costituzione «la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione» e il Parlamento legifera?”
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Tuttavia, secondo left.it, se per un verso “il governo Renzi organizza una consultazione pilotata per sostenere la cosiddetta “buona scuola”, dall’altro si viola l’art. 97 della Costituzione perché è venuta meno l’imparzialità dell’Amministrazione, impegnata a propagandare una proposta governativa”, mentre “si ignora il disegno di legge, già presentato alla Camera e al Senato, che, aggiornato, riprende la legge di iniziativa popolare “Per una buona scuola per la Repubblica”, che fu sottoscritta da più di 100.000 cittadini”.
In conclusione, scrive Left, “la macchina del Miur si è messa in moto per disinnescare la protesta degli insegnanti. E la consultazione sul web ha sostituito l’“esperto esterno” nel ruolo di piazzista”.
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