Nella prima edizione le voci erano 70, in questa seconda invece, sono arrivate a 187. Parliamo delle voci presenti nel Piccolo dizionario (immaginario) delle ragazze e dei ragazzi, edizione 2024, a cura della Fondazione Pordenonelegge in collaborazione con la Fondazione Treccani cultura. Come riporta il quotidiano l’Avvenire, si tratta di un’opera collettiva alla quale hanno partecipato circa 40 scuole secondarie di primo grado di tutta Italia, oltre che del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, anche di Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Lazio, Calabria, Campania.
Ai ragazzi e alle ragazze delle Scuole secondarie di I grado – come si legge sul sito di Pordenonelegge dedicato all’iniziativa – è stato chiesto di scegliere le parole più importanti, urgenti o soltanto curiose, per raccontarsi, per dire chi sono e come è il mondo visto attraverso i loro occhi. Una buona occasione per un confronto con la lingua italiana. Infatti, il compito assegnato, sviluppare i propri pensieri sulla falsariga delle definizioni del dizionario, ha reso necessario capire come la lingua si può analizzare da diverse prospettive: grammatica, etimologia, semantica, uso popolare o specialistico e altro ancora.
Nasce così questa deliziosa operetta in cui la definizione ‘ortodossa’ del vocabolario è il punto di partenza per fare delle considerazioni, esprimere un desiderio, lanciare un nuovo ‘I have a dream’. Un lavoro che condivide uno schema di base, arricchito da un apporto di libertà e di spirito creativo. La voce ‘Scuola’ non è presente ma pervade comunque il dizionario, in tantissimi lemmi si trovano esperienze tratte dalla vita scolastica.
Ad esempio, alla voce ‘Accoglienza’ si legge che accogliente è chi si dimostra gentile, premuroso, pronto ad aiutare anche persone sconosciute, che hanno bisogno di sostegno, è un piccolo gesto che può rendere felici. L’accoglienza si può applicare in qualsiasi ambito: scuola, associazioni, amici, familiari. È un atto di apertura, l’atto di accogliere, di ricevere una persona. Accogliere non è solo ospitare ma mettersi in gioco rendendo partecipe l’altro di qualcosa di proprio, è il riconoscimento dell’altro, è ascoltare.
Per descrivere l’empatia, dopo la descrizione canonica, i ragazzi dicono che per noi empatia significa capire cosa prova un amico o un’amica, cioè, mettersi nei suoi panni. Ad esempio, un giorno una nostra compagna era stata presa in giro a ricreazione, allora qualcuno di noi si è messo nei suoi panni e ha pensato che se fosse stato al suo posto, avrebbe provato tristezza e dispiacere, così le abbiamo parlato e l’abbiamo aiutata ad affrontare la situazione.
Il sorriso, poi, ti rendi conto che ti fa stare bene, non porta parole, ma ne ha mille insieme: sono con te, sto bene in tua compagnia, grazie, voglio sollevarti il morale. È una finestra di bellezza sul mondo, più bella ancora se a sorriderti è il ragazzo o la ragazza che ti piace, forse il professore prima di iniziare l’interrogazione, il tuo cane quando torni a casa, a volte la mamma, ma dipende.
I ragazzi e le ragazze sanno anche essere spiritosi, quando così – tra le altre cose – descrivono il diario: strumento multiuso che può essere usato in tantissimi modi, es. come cuscino per dormire durante le lezioni noiose.
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