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Il più giovane laureato d’Italia: “Voglio cambiare la scuola. Dovremmo studiare intelligenza artificiale oltre i longobardi”

Il laureato più giovane d’Italia ha 20 anni ed è originario di Piedimonte Etneo, paese del catanese. Come riporta La Sicilia, il ragazzo è molto ambizioso, e ha intenzione di rivoluzionare il mondo dell’educazione, della scuola e della didattica.

Nella cittadina etnea il giovane ha frequentato gli studi fino alla quinta elementare, dalla prima media fino al primo anno del liceo scientifico ha studiato a Francoforte, mentre dal secondo al quarto liceo ha frequentato le superiori a Barcellona, in Spagna, da dove, a soli diciassette anni, è partito alla volta di Milano. All’Università Bocconi ha frequentato il corso di laurea in Economia Aziendale e Management terminando il ciclo della triennale a soli vent’anni. Lo scorso 20 ottobre 2023 ha tagliato il traguardo del più giovane laureato d’Italia

Nel gennaio 2023 il giovane piedimontese si sottopone ad un’operazione al cuore. Grazie alla psicoterapia cura il Disturbo Ossessivo Compulsivo, vive sei mesi in Australia, lancia la sua start-up e diventa il più giovane laureato d’Italia, “carica” cui non dà peso.

Il sogno del ragazzo è cambiare il sistema scolastico

Ecco quali sono i suoi progetti: “Il mio sogno è quello di fondare una scuola innovativa dove si fanno anche lezioni di futuro. Tra un paio di anni vorrei fare, ad Harvard, un master sull’Innovazione nel mondo dell’Educazione. Ho rinunciato agli studi in magistrale alla Bocconi e sto lavorando con amici su un’idea di start-up. Molti credono che io sia pazzo ma per eccellere bisogna essere ossessionati e spostare di continuo i propri obiettivi, renderli mobili. Seguirli senza volerli raggiungere. Se non hai una passione, impegnati a trovarla. Se la possiedi, lanciati”.

“Forse con un po’ di presunzione, il mio obiettivo ultimo, quello per cui vorrei esser ricordato un giorno, è un radicale cambiamento del sistema educativo italiano. Penso ci sia un gap enorme fra le competenze che la scuola ci insegna in questo momento e le competenze che effettivamente servono per navigare il mondo di domani. Oltre che fare storia, dovremmo fare lezioni di futuro. Oltre che studiare i longobardi, dovremmo saperne di intelligenza artificiale, di cybersecurity. Ci vuole un cambio di paradigma”.

“Nei prossimi otto anni voglio lanciare e costruire un’azienda. Maturato questo progetto imprenditoriale, tornerò a studiare. Lo step successivo sarà quel master in educazione ed imprenditoria, in America, per poi avere la possibilità di entrare nel sistema scolastico e raggiungere il mio obiettivo ultimo”.

L’opinione dei genitori

“Queste due anime, lo startupper e l’educatore, potrebbero sembrare molto lontane. Invece, confluiscono nel mio obiettivo di cambiare il sistema scolastico, soprattutto in quelli che sono gli ultimi anni delle scuole superiori e quelli universitari fondamentali nella definizione del proprio futuro lavorativo. Io credo che prima di diventare un allenatore devo essere un giocatore. Quindi, prima, devo esser capace di portare innovazione in un dato settore e, solo dopo, avrò le basi per poter insegnare ai giovani come avere un impatto sul mondo, unendo le competenze psicologiche ed educative”.

“Sono molto orgoglioso di mio figlio – commenta il papà del ragazzo – ma ciò che conta veramente per me è che metta la stessa tenacia per andare alla ricerca della sua felicità. Questo dev’essere il suo obiettivo primario”. E la mamma conclude: “Il mio augurio più grande è che Mike possa sempre stare bene con se stesso. Questo è il successo più duraturo”.

Parlare dei successi di chi è brillante è tossico?

Ad ottobre del 2022 ha fatto discutere la notizia relativa alla laurea di Carlotta Rossignoli, ventitreenne veronese che ha il merito di essersi laureata con 11 mesi di anticipo in medicina con voto 110 e lode e menzione d’onore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Questa studentessa brillante è stata lodata per il suo risultato eccellente, per averlo raggiunto in fretta e per aver avuto un obiettivo preciso per il quale ha faticato senza dare spazio ad altro nella vita. “Non ho perso tempo, non perdo mai tempo. Mi aiuta poi il fatto di dormire poco, per me il sonno è tempo perso”, ha dichiarato ai media.

Per molti, però, si tratta di una narrazione alquanto tossica, che si interseca con l’attuale dibattito a proposito del merito e della competitività a scuola e all’università, accesosi con il cambio di denominazione del Ministero dell’Istruzione, diventato Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Redazione

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