Cara Tecnica, benché sia prematuro parlarne – in assenza di proposte concrete, a fronte di sovrabbondanti ipotesi e indiscrezioni – l’articolo di Pasquale Almirante “Valutare i docenti? Sì, ma come?” (4/02/2015) suscita in me ulteriori dubbi ed interrogativi, anche se – come scrissi in altra occasione – vista l’età e l’anzianità di servizio, ritengo che la questione sia per me pura “accademia”. Dunque… “portfolio del docente”, addirittura “on line”.
Bene, quali sono le attività di arricchimento formativo che andranno a confluirvi? Quanti (e pure quali?) libri ho letto? Come opportunamente scrive Almirante, dovrebbe rientrare nei normali interessi di qualunque professionista il fatto di documentarsi, ma rientra anche – se si permette – nella mia privacy leggere ciò che mi pare, anche pubblicazioni non sempre e solo funzionali alle necessità della docenza… Dovrò indicare quali mostre ho visitato? Basterà esibire il biglietto? E chi deciderà se la mostra da me prescelta è coerente con la mia disciplina? Il “Nucleo di valutazione”? Il mio aggiornamento? Qualunque collega ben conosce la prassi: bussare timidamente alla porta del DS, chiedere di poter frequentare la giornata di studi “X” (e che sia solo una giornata, eh! Altro che “corso”), facendo presente che “sì… quella mattina ho poche ore di servizio, sì… riusciamo a coprire l’assenza con le sostituzioni, sì… l’ultima ora gli studenti possono uscire prima”. Anche il DS più sensibile e disponibile è, in certo senso “costretto” a privilegiare la presenza in servizio, alla faccia dell’aggiornamento.
Le mie pubblicazioni? Sempre nel mio caso (per parlare di ciò che conosco): io insegno Italiano e Latino, quindi preparo le famigerate tracce con i dossier, impegnando un sacco di tempo e facendo pure – impropriamente e spesso indegnamente – la “tuttologa” e mi correggo i compiti.
Anche solo preparare uno schemino per i ragazzi o un powerpoint mi sottrae una quantità di tempo e di energie che invece, diciamo “per contratto”, devo dedicare all’insegnamento “tradizionale”. Sarebbe anche da capire come la mettiamo con il copyright… Insomma, cosa metterò nel mio “portfolio”? Che sono puntuale? Che – fino ad ora – godo di buona salute, quindi raramente sono assente? Che gestisco gli aspetti burocratici con discreta precisione? E quindi, così, sono un buon docente? Mah… per fortuna il mancato guadagno – non rientrando nel 60% di docenti innovativi, propositivi, aggiornatissimi, tecnologici, brillanti… – sarà solo di circa 60 Euro al mese…
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