Il potenziamento: dannazione eterna dei docenti scomodi

La nuova Riforma l. 107/15 ha introdotto nell’organico dell’autonomia una nuova tipologia di posto di potenziamento nel rispetto delle competenze e della professionalità del docente, tenendo conto che comunque coloro che sono stati assunti prima dell’ entrata in vigore della nuova riforma scolastica permangono sulla titolarità della loro cattedra.

Spiace osservare però che alcuni dirigenti poco accorti stanno utilizzando il potenziamento non per arricchiare l’offerta formativa ma per colpire i docenti che per ragioni a vario titolo si pongano in contrasto con gli stessi dirigenti. Tanto che il potenziamento è divenuto una sorta di limbo in cui vengono lanciati coloro che ritenuti incompatibili con l’insegnamento (non facente parte della cerchia del dirigente) vengono relegati a fare supplenze o il babysitter a 360 gradi!

Quindi il potenziamento diventa un de-potenziamento docente e una sorta di punizione per espiare i peccati in speciale modo quelli di esprimere liberamente le proprie idee pur se in contrasto con quelle del dirigente e ancora motivo per giustificare la non attribuzione del bonus o la distinzione tra docenti di serie A e B.

Una discrezionalità che si son voluti attribuire i dirigenti, in buona sostanza, per affermare sempre più un potere di cui, neanche loro stessi sono più sicuri. Si prevede già dal prossimo anno un acerrima battaglia legale e contenzioso sul punto, contro il demansionanento professionale o forse il ritorno alla schiavitù.

E’ questa la nostra Italia dei veleni dove il politico di turno  si preoccupa non di affermare la vera democrazia ma di promuovere il ruolo di uno Stato padrone con leggi che si prestano allo scopo.

Non sarà il caso di abrogare la Buona scuola e pensare davvero a costruire un sistema scolastico non sulla prevaricazione o il clientelismo dei lecchini?

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