A poco più di un mese dal suo approdo al dicastero di Viale Trastevere, nella settimana di presentazione delle linee guida del nuovo corso ministeriale, La Tecnica della Scuola ha incontrato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
Primi anche stavolta tra le testate giornalistiche specializzate, abbiamo realizzato un’intervista a tutto tondo, toccando i tanti nodi che il Miur è chiamato a sciogliere nelle prossime settimane, in vista dell’avvio dell’anno scolastico.
Tra le disposizioni che Bussetti intende introdurre ve ne è una che farà piacere a decine di migliaia di precari in “odore” di immissione in ruolo: la loro assunzione avverrà con le modalità precedenti alla Legge 107/15, quindi non più tramite algoritmi su base nazionale, come accaduto nel 2016, quando il piano straordinario di assunzioni portò lontano da casa migliaia di docenti.
Poi, ha parlato della contestatissima Buona Scuola, che andrà a rivedere cercando pure di introdurre una parola che nella scuola si è dimenticata: l’amore. E confermerà, con modifiche, i bonus.
Sui diplomati magistrale, l’intenzione è fare approvare dalle Camere un nuovo reclutamento, senza danneggiare gli altri abilitati.
Sulle modalità di selezione dei nuovi presidi si dice pronto a modificare eventuali storture. Conferma l’intenzione di bandire, a breve, il concorso per Dsga. Come si applicherà il turn over per gli Ata.
Per il rinnovo del contratto, il ministro si dice disponibile al confronto, a breve, con i sindacati. Precisando che i docenti hanno alte responsabilità e meriterebbero stipendi adeguati. Anche se bisogna fare i conti le risorse statali.
Capitolo paritarie: Bussetti intende confermare l’impianto utile a “garantire la libertà di scelta educativa”. Vuole, infine, migliorare il sostegno ai disabili. E non commetterà gli errori del Pd.
Ministro, tantissimi docenti e Ata si aspettano da lei un intervento riformatore della Legge 107/15: possiamo rassicurarli che non si fermerà alla cancellazione della chiamata diretta? Quali parti ha intenzione di rivedere?
Ho intenzione di esercitare il mio mandato con grande pragmatismo. Ascolterò le necessità, studieremo la situazione attuale, analizzerò gli effetti delle novità introdotte dagli ultimi governi. Alcune hanno prodotto, è innegabile, difficoltà attuative non indifferenti. Manterrò ciò che funziona, interverrò su ciò che ha bisogno di correttivi e miglioramenti. Alla scuola non servono scossoni e strappi. Servono attenzione e cura. Gliele daremo. Serve poi amore, una parola che dobbiamo tornare a usare e mettere al centro del nostro operato.
Però i bonus dell’aggiornamento professionale e del merito rimarranno in vita?
Sul merito siamo già intervenuti con una novità importante: potranno accedere ai fondi anche gli insegnanti non di ruolo. Credo sia una misura di giustizia. Inoltre, è fondamentale che i criteri di distribuzione vengano fissati con chiarezza all’avvio di ogni anno scolastico. Ragioneremo sui bonus introdotti recentemente con la legge 107 del 2015, partendo da dati precisi e puntuali. Il nostro obiettivo è dare il giusto riconoscimento economico e professionale a chi lavora all’interno della scuola.
Il CdM ha “congelato” per 120 giorni l’estromissione dalle GaE dei maestri con diploma magistrale: ciò significa che nel frattempo i maestri diplomati potranno accedere, seppure con riserva, anche alle immissioni in ruolo e alle supplenze annuali?
Con il decreto dignità, il MIUR ha ottenuto, per ottemperare agli obblighi derivanti dalle sentenze di merito, che prevediamo arriveranno fra luglio e agosto, 120 giorni di tempo dalla loro notifica. Questo ci consentirà di avviare il prossimo anno scolastico regolarmente, senza ostacoli e rallentamenti per i nostri alunni. In sede di conversione del decreto legge, si dovrà poi pensare a specifiche procedure di reclutamento, che riguarderanno coloro che sono in possesso dei titoli per insegnare nella scuola primaria.
I sindacati temono che in autunno i maestri con diploma magistrale possano essere licenziati e costretti a rimettersi in gioco partecipando all’ennesimo concorso: è una possibilità oppure lo possiamo escludere?
Ho a cuore la questione, l’ho seguita dall’inizio. Quello dei diplomati magistrali è il primo dossier di cui mi sono occupato. Occorre arrivare a una soluzione equa, che contemperi i diritti di tutti i soggetti interessati.
Tra pochi giorni partirà il concorso per dirigenti scolastici con la prova preselettiva: la selezione sarà durissima perché allo scritto passerà solo un candidato su quattro. Secondo lei, i quesiti a risposta multipla, molti dei quali nozionistici, rimangono lo strumento migliore per garantire l’accesso dei più meritevoli?
I nostri istituti hanno bisogno di dirigenti scolastici preparati e motivati. Questo concorso, atteso da tempo dal mondo della scuola, è una prima importante risposta alle esigenze del nostro sistema di istruzione. Puntiamo a ridurre il fenomeno delle reggenze, fino alla loro definitiva eliminazione. La reggenza è una soluzione tampone, non può essere la regola. Seguiranno nei prossimi anni altre selezioni. Se la modalità dei quesiti a risposta multipla non verrà ritenuta opportuna o efficace, interverremo per correggerla.
Terminata la mobilità, a breve sarà già tempo di assunzioni: per i docenti verranno attuate sulla base dell’algoritmo automatico su base nazionale introdotto dalla Buona Scuola? Per gli Ata, dimenticati dalla L.107/15, è previsto un contingente maggiorato?
L’algoritmo di cui parla è stato usato una sola volta e sappiamo con che effetti. Ha generato molta sofferenza agli insegnanti e alle loro famiglie. Le immissioni di quest’anno si faranno con normali procedure di scorrimento delle graduatorie. Per gli ATA, come ho annunciato anche in Parlamento, faremo a breve il concorso per i DSGA. E quest’anno chiederemo di poter assumere sui posti liberi a seguito di pensionamento.
Capitolo contratto: a fine 2018 sarà già in scadenza. Quando si avvierà la trattativa per il rinnovo? Ritiene che il Governo abbia la possibilità di incrementare gli stipendi di docenti e Ata con cifre più consistenti rispetto ai 40-50 euro netti arrivati dopo nove anni?
Dobbiamo lanciare un messaggio chiaro: gli insegnanti svolgono una professione di grande responsabilità. Questo va loro riconosciuto professionalmente ed economicamente. Il loro stipendio dovrebbe essere all’altezza del ruolo che hanno e dell’impegno richiesto. Non possiamo però far finta, come ho già detto in altre occasioni, di non conoscere la difficile situazione dei conti dello Stato. Incontreremo i sindacati a breve e parleremo anche di questo.
Parliamo di scuole paritarie, libertà di scelta educativa e costo standard: su questo fronte al Miur c’è un tavolo di lavoro avviato. Dobbiamo aspettarci delle novità?
Agiremo per migliorare il sistema e per continuare a garantire la libertà di scelta educativa, che è un valore da preservare.
Lei ha detto che intende prestare particolare cura al sostegno agli alunni disabili: dove intende agire, considerando che è stato appena approvato un decreto legislativo specifico?
La scuola italiana è all’avanguardia nell’inclusione degli studenti con disabilità. Siamo un’eccellenza mondiale. Ma questo non vuol dire che non ci sia nulla su cui intervenire. Uno dei miei primi atti da Ministro è stato la convocazione dell’Osservatorio permanente per la disabilità. Uno spazio di confronto e condivisione molto utile per definire la nostra azione in questo ambito. Vogliamo una scuola aperta a tutti e per tutti. E lavoriamo per questo.
Ha espresso più volte il desiderio di incontrare il personale, gli studenti e le famiglie per carpirne i bisogni. Anche il PD aveva avviato la precedente legislatura con queste intenzioni, per poi franare proprio sulla Scuola. Cosa farete per non cadere nello stesso errore?
Alle intenzioni e alle promesse faremo seguire le azioni. Abbiamo già cominciato. Proseguiremo in questa direzione.
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