Il “Premio Grinzane Cavour” incontra le scuole al Salone del libro di Viaggio di Catania
Il prestigioso Premio, vera e propria Fondazione Culturale, nasce in Piemonte nel 1981 e da allora, con l’aggiunta del progetto “Parco Culturale”, incentra le sue numerose e variegate attività su un’unica mission: promuovere la cultura e, in particolare, la lettura per avvicinare i giovani alla narrativa contemporanea. Sorgono così gli “Itinerari letterari” per la valorizzazione del territorio e del patrimonio artistico piemontese, i convegni in Italia e all’estero, le degustazioni di prodotti tipici quali espressioni culturali e identitarie, e soprattutto le collaborazioni e gli scambi culturali con altre regioni italiane. Sempre con l’obiettivo di “creare nuovi lettori”, poiché – lo afferma in apertura del convegno il Presidente del “Premio Grinzane Cavour” Giuliano Soria – “la cultura di un Paese non può non misurarsi attraverso la qualità e l’assiduità della sua promozione della lettura e del libro”.
È in quest’ottica che si è svolto sabato mattina l’incontro con le scuole – coordinato dal giornalista Sergio Buonadonna – degli scrittori Roberto Alajmo, Silvana Grasso, Raffaele Nigro, Roberto Pazzi e Romana Petri sul tema universale del viaggio.
Viaggio letterario interiore, reportage o diario di bordo, itinerario nella storia o percorso di fantasia, i relatori, sollecitati dalle domande degli studenti, hanno regalato al pubblico ognuno una propria personalissima idea del senso profondo della scrittura, viaggio ideale nei territori inesplorati della conoscenza e dell’anima. “Raccontare una storia – interviene la scrittrice Romana Petri a proposito della genesi del suo ultimo libro La donna delle Azzorre – è come attraversare un fiume, raggiungere la sponda opposta, voltarsi indietro e osservare il mondo da una diversa prospettiva per poi tornare, come Ulisse, arricchiti di un valore aggiunto, forti della conquista di nuovi territori della parola”. Per Roberto Pazzi – scrittore “visionario” e “fantasmagorico”, autore di ben 13 romanzi tra cui il recente L’ombra del Padre – il senso della scrittura è, piuttosto, da ricercarsi “nel gioco, come ricerca della felicità in un altrove che supera la routine del quotidiano; nel valore funebre, larico, degli oggetti quali tracce di vita che suggellano il nostro viaggio esistenziale; nella questione etica, nell’eterna ricerca del Bene e del Male, del Sacro nel profano”. Infine, Silvana Grasso, esuberante scrittrice siciliana, protagonista ideale del convegno in quanto vincitrice dell’edizione 2005 del Premio Grinzane Cavour – Sezione Narrativa Italiana – con il romanzo Disio, conquista il pubblico con la sua verve travolgente raccontando la sua travagliata esperienza di donna e di scrittrice: lei, ragazzina povera di provincia, nell’ambiente asfittico e maschilista della Giarre degli anni ’50 – ’60, in cui “nascere donna è già di per sé un condanna senza appello”. Quello lanciato dalla Grasso, in chiusura, ai giovani studenti in sala è un messaggio forte e chiaro: “non il successo editoriale del momento è quello che conta. Uniche vere vittorie sono quelle vinte con se stessi. Quelle in cui la scrittura, la lettura, lo studio, la cultura diventano strumenti di emancipazione, di dignità, di riconquistata libertà”.