Il dirigente scolastico di un liceo scientifico di Roma, interpellato da Adnkronos, ha dichiarato: La vicenda AstraZeneca “purtroppo sta portando le sue conseguenze: gli insegnanti sono preoccupati. Se già prima notavo una certa loro resistenza a vaccinarsi, adesso la rilevo ancora più di prima“.
A rischio il rientro? “No, non erano vaccinati allora, non lo saranno adesso. La scuola può continuare. Ma i tamponi obbligatori per l’intera comunità scolastica per tornare in classe in sicurezza sarebbero una tutela dovuta, che non fa male a nessuno”.
“Purtroppo, a differenza ad esempio dei dirigenti delle scuole internazionali, noi presidi abbiamo le mani legate: non possiamo obbligare i professori e gli studenti a fare i tamponi. E’ l’autorità sanitaria che può. E mi auguro che in vista del rientro dopo Pasqua lo faccia; significherebbe adottare una misura simbolo di un’attenzione maggiore e diversa verso la scuola”.
E sempre Adnkronos riporta le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, relative agli effetti della vicenda AstraZeneca sulla riapertura delle scuole.
Dice Giannelli: “Lo screening ed il monitoraggio attraverso i tamponi rapidi è fondamentale più di prima. Siamo assolutamente favorevoli alla loro obbligatorietà perché i tamponi non sono invasivi e se effettuati a macchia di leopardo servono a poco. L’intera comunità scolastica sia tamponata per rientrare in presenza dopo Pasqua. Adesso, anche alla luce delle varianti più aggressive in circolazione, è fondamentale il monitoraggio costante dell’intero comparto scuola. Vaccinarsi è un atto di responsabilità verso la comunità. Ma non approvo l’idea di sanzioni a chi non vuole vaccinarsi, perché è una misura inidonea che potrebbe danneggiare la riapertura della scuola”.
“Rispetto a prima del blocco di AstraZeneca c’è più preoccupazione. Ma la psicosi collettiva che si è ingenerata è dovuta ad un uso sbagliato dei mezzi di informazione di massa. Un gossip amplificato oltre modo, una infodemia che dobbiamo imparare a gestire. Penso di debba fare leva sul senso di responsabilità che passa da una informazione adeguata e puntuale”.
“Vaccinarsi è un atto di responsabilità verso la comunità, che va messo in evidenza altrimenti si cade in solipsismo relazionale, che non coglie l’aspetto collettivo e sociale di questa azione. In quest’ottica – conclude Giannelli- le sanzioni non sono misure idonee. Deve esserci un dibattito al fine di non danneggiare la scuola e la riapertura. Se ne discuta davanti ad un progetto serio di cose da fare”.