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Il preside musicista: vorrei didattica innovativa e prof aggiornati – INTERVISTA

La classe docente italiana è tra le più vecchie al mondo: due insegnanti su tre sono over 50. Il passaggio a preside si realizza quasi sempre nella parte finale della carriera. Ma non vale per tutti. Il valdostano Federico Marchetti è diventato preside a soli 35 anni: diplomato al Conservatorio in chitarra e flauto traverso, ha conseguito la laurea triennale in Dams all’Università di Torino. Ha suonato con diversi enti sinfonici e lirici e collaborato con artisti famosi come arrangiatore. Ha iniziato ad insegnare strumento musicale giovanissimo, nel 2006, nella secondaria. Tredici anni dopo è diventato dirigente scolastico nella scuola Martinet di Aosta, diventando anche il capo d’istituto più giovane della Regione. E il preside musicista più giovane d’Italia.

Marchetti, come è diventato dirigente scolastico?

Ho vinto il concorso e sono entrato come dirigente scolastico il 1° settembre del 2019, questo è il mio quarto anno di esperienza.

Il passaggio dalla docenza alla dirigenza è stato particolarmente difficile? Come è cambiato il rapporto con le famiglie e con i colleghi?

Cambiare da docente a dirigente scolastico è sicuramente stata un’occasione di crescita professionale e personale: da questa prospettiva si riesce a vedere la scuola in maniera diversa. Naturalmente io sono contento di aver fatto questo percorso. Anche perché da dirigente scolastico rispetto a quando ero docente riesco ad intervenire più direttamente sui processi di innovazione, ancora di più in questo periodo che c’è l’occasione dei fondi del Pnrr, i quali rappresentano una bella opportunità per lo sviluppo e la crescita.

In effetti, parliamo di corposi fondi, attorno ai 150mila-200mila euro: come li utilizzerete?

Cercheremo di utilizzarli per promuovere nella scuola l’innovazione didattica: nello specifico, nel nostro istituto abbiamo già fatto delle scelte per decidere su quali ambienti di apprendimento e naturalmente per migliorare la formazione del personale docente, quindi anche per rinnovare le metodologie didattiche.

Come vi siete organizzati per il dopo? Da qui ad uno, due, tre anni, come pensate di aggiornare il sistema innovativo che vi apprestate ad introdurre?

Ragioneremo sulla base dei documenti del ministero, che però devono ancora essere pubblicati. L’idea è quella di rendere l’ambiente di apprendimento come un soggetto attivo, per gli alunni ma anche per i docenti. Così da permettere agli insegnanti di dare spazio alla loro creatività nell’opera di insegnamento di tutti i giorni. E ai ragazzi di fare vivere loro un ambiente scuola il più efficace possibile.

È stato particolarmente difficile il periodo di gestione scolastica durante il Covid?

Facile non è stato: diciamo che ci sono state una serie di imprevedibilità, a cui abbiamo dovuto fare fronte. Comunque ce la siamo cavata.

Anche dopo il Covid molte scuole continuano a riunire gli organi collegiali attraverso riunioni in modalità on line: nel vostro Istituto come vi comportate con consigli di classe e collegi dei docenti?

Ci stiamo riunendo quando possibile in presenza, perché naturalmente il dialogo e lo scambio è più autentico e più efficace. Però ci sono state delle occasioni in cui abbiamo mantenuto la modalità on line per questioni di comodità legata agli spazi e nelle riunioni troppo numerose dove c’erano troppe persone previste oppure quando erano convocati in emergenza.

Dopo il Covid cosa è cambiato nella scuola? C’è una diversa sensibilità anche nei confronti della didattica?

Una delle cause principali che abbiamo constatato è proprio il fatto che i ragazzi hanno perso delle competenze dal punto di vista relazionale. Ricominciare alla scuola in presenza, dopo tre anni difficili e di alternanza tra momenti a casa e a scuola, ha comportato un ostacolo nelle loro capacità di relazione.

Come vi comportate con l’aggressività degli studenti statisticamente maggiore rispetto al 2019?

Stiamo intervenendo, potenziando sia lo sportello psicologico, sia incidendo sulla formazione dei nostri insegnanti.

Alessandro Giuliani

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