Durante questa calda estate si è parlato e scritto tanto dei super poteri dei dirigenti scolastici, definiti nella legge sulla Buona Scuola.
Sono stati inventati nomi caricaturali su questa nuova figura dirigenziale: preside sceriffo, padrone, sindaco, super Preside, podestà, monarca assoluto, tutti nomi che danno l’idea di una figura autoritaria e decisionista, a cui vengono assegnati i destini degli insegnanti e di tutta la scuola.
Il tema del Preside sceriffo ha provocato negli insegnanti quello che in gergo chimico chiamiamo catalisi, ovvero, in senso figurato, una reazione di protesta e di non accettazione del ruolo assegnato al dirigente scolastico e della conseguente subalternità degli insegnanti.
L’idea di essere controllati, valutati e comandati da un dirigente scolastico con assoluti poteri, ha creato una ribellione delle coscienze, così forte ed imponente, da sfociare nel grande sciopero del 5 maggio 2015. In buona sostanza la questione del preside sceriffo ha preso il centro della scena, facendo diventare marginali questioni ben più importanti.
Tuttavia proprio sull’argomento dei super poteri assegnati ai Presidi dalla legge 107/2015, abbiamo ascoltato alcune dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ospite della trasmissione Uno Mattina del 27 agosto; il ministro ci tiene a dire che non esistono super poteri assegnati ai dirigenti scolastici.
Il responsabile del Miur ripete che le parole sono importanti e il loro uso non dovrebbe rappresentare una caricatura della realtà, quindi asserisce che “con la Buona Scuola non si danno super poteri ai presidi, come qualcuno usando le parole in maniera forzata, ha detto. Mi sembra che sia un dare responsabilità valutata e valutabile”.
La Giannini come Nanni Moretti in “Palombella rossa” sottolinea l’importanza delle parole e dice che “le parole sono importanti” e che termini come deportazione, per dei docenti che devono spostare la loro residenza da sud a nord per insegnare, sono forvianti, si tratta di semplice mobilità, e che i cosiddetti superpoteri dei Presidi non sono altro che responsabilità valutabile.
Quindi si tratta di Presidi sceriffo con le pistole scariche? Siccome le parole hanno un senso, quale significato darebbe il ministro Giannini alle seguenti parole scritte nel comma 79 dell’art.1 della legge 107/2015: “il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di garantire il regolare avvio delle lezioni, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi”? Definirla “Chiamata diretta” è un utilizzo improprio delle parole o è il termine corretto?
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