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Il preside senza prof di sostegno: mai detto agli studenti disabili di rimanere a casa

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“Io non ho detto agli studenti di stare a casa”: vuole mettere le cose in chiaro Carlo Braga, il preside del Salvemini di Casalecchio di Reno dove mancano decine di prof di sostegno.

All’Ansa, il dirigente scolastico, dice: “ho spiegato ai genitori che per pochi giorni, fino a che non procederemo a nuove nomine, chi ha ragazzi con problemi gravissimi che possono essere destabilizzati dalla mancanza del sostegno, poteva valutare di tenerli a casa. Ma se non é possibile qui possono sempre venire“.

Per la scuola superiore, quanto sta accadendo è un vero “smacco”: perché l’istituto scolastico Salvemini, collocato in periferia d Bologna, è all’avanguardia nell’integrazione degli studenti disabili (frequentano in 60 su 1.500 totali).

Braga ha spiegato che aveva avuto assegnati 18 docenti di ruolo specializzati da altre regioni, ma che in 17, dopo essersi presentati il 1 settembre per firmare il contratto triennale, si sono assentanti dal lavoro (per lo più in malattia o per assistere familiari) e hanno poi ottenuto una assegnazione temporanea vicino a casa. “Ora lavoriamo per riparare un vulnus: qui i diritti dei lavoratori sono in contrasto coi diritti degli studenti”.

L’istituto, racconta con orgoglio il dirigente scolastico, è frequentato appunto da 60 ragazzi con disabilità, di cui 47 con situazioni di gravità, una trentina dei quali hanno bisogno di assistenza ‘uno a uno’.

Il ‘tenere a casa’ è in sostanza una “misura a tutela dei casi più gravi, e non parliamo di chi deve usare una carrozzina, ma di disabilità psichiche” aggiunge Braga. Tra domani e sabato l’ufficio scolastico territoriale procederà a indicare i nuovi nominativi, da lunedì il preside procederà alle nomine, ma sempre attingendo dalle graduatorie: “ma saranno non specializzati, sono docenti che si prestano ad attività di sostegno. Se la disabilità è lieve, potrà anche andare bene, ma se è grave, dovranno avere una grande disponibilità, perche servono competenze per fare questo lavoro”.

Comunque, i genitori dei ragazzi disabili, con cui nella scuola è attivo un gruppo di lavoro, hanno mostrato comprensione, continua il ds.

Il dirigente scolastico, però, difende la Legge 107/15. Perché “la ‘Buona Scuola’ – sostiene – ha garantito diritti e stabilizzato posti di lavoro. Il problema è stato garantito ai docenti di lasciare il posto di lavoro con varie motivazioni”.

Ma poi ammette: “visto che i contratti sono triennali, questo problema rischia di ripetersi anche nei prossimi due anni”.

 

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