E con la spada di Damocle della restituzione rateale di quanto percepito in anticipato come “sussidio e prestito d’onore”. Il ministro del Welfare Enrico Giovannini propone un assegno per qualche anno con la conseguente restituzione delle somme avute, appena si inizia a percepire la propria pensione. <br />In una nota il ministro spiega che “come già dichiarato fin dal mese di settembre, lo strumento allo studio è finalizzato a favorire la transizione, su base volontaria, dal lavoro alla pensione, fermi restando i requisiti dell’attuale normativa. Questo strumento andrebbe incontro a persone e a imprese (come quelle di minori dimensioni) che attualmente non possono utilizzare gli strumenti previsti in materia dalla legislazione vigente”. Interesserebbe quindi le piccole imprese perché già per le grandi esiste la flessibilità in uscita. <br />E’ fuori luogo annunciare una clamorosa novità sulle pensioni! <br />A margine della conferenza stampa all’Inail, Giovannini ha illustrato le possibilità circa un ipotetico anticipo dell’assegno previdenziale rispetto all’età prevista: “Stiamo lavorando sugli aspetti tecnici, in collaborazione con il ministero dell’Economia.. Il procedimento è complesso. Può prevedere anche il contributo da parte delle aziende. L’idea è di avere una contribuzione da parte di tutti e tre i soggetti (lavoratore, impresa ma anche Stato) ma ci deve essere robustezza finanziaria”. <br />Il governo sta quindi studiando un anticipo dell’età pensionabile, rispetto all’attuale normativa. Nulla di più. <br />La risposta dei sindacati è stata immediata e glaciale perché questa proposta dimostra solo che – a 2 anni dalla riforma – i criteri di accesso al pensionamento sono stati eccessivamente rigidi oltre che socialmente ed economicamente disastrosi e devastanti, considerata anche l’attuale crisi occupazionale. Andrebbero piuttosto cambiate le regole della Riforma introducendo nel sistema un meccanismo di vera flessibilità che non sia penalizzante per i lavoratori e produca regole sostenibili ed efficaci. Ma il governo non vuole fare una controriforma né modificare la legge n. 214/2011. <br />Un lavoratore che vuole anticipare l’uscita dal mondo del lavoro dovrà ricevere l’aiuto dalle imprese. I lavoratori avrebbero un’opzione (volontaria) da far valere se decidessero di non aspettare le scadenze della legge Fornero. Così le casse dello Stato avrebbero ripercussioni minori rispetto all’impatto di una diminuzione dell’età pensionabile e, in prospettiva, contribuirebbe a muovere il mercato del lavoro. Ed anche le imprese potrebbero sfruttare l’occasione per ridurre, snellire o rinnovare i propri organici.