Categorie: Alunni

Il primo messaggio hot parte dal cell prima di 14 anni

Pepita Onlus, associazione impegnata a sensibilizzare i ragazzi sui rischi del web, ha reso noto i risultati dell’indagine ‘#soloperte. Adolescenti: usi e costumi nella solitudine del sexting’, in occasione della firma di un protocollo d’intesa contro il cyberbullismo tra la Polizia di Stato e la Casa pediatrica dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco.

E si scopre che 2 adolescenti su 5 hanno fatto ‘sexting’ almeno una volta e il primo messaggio ‘hot’ viene inviato fra gli 11 e i 14 anni d’età.

Un teenager su 10 ha fatto selfie intimi o senza vestiti, e il 3% pubblica queste foto sui social network.

I dati sono stati raccolti attraverso un questionario distribuito a un campione di 2.800 ragazzi e ragazze dagli 11 ai 17 anni, in 16 regioni italiane tra scuole, oratori e associazioni sportive.

Emerge che oltre il 40% degli adolescenti ha inviato messaggi/foto/video a contenuto sessuale, e il 60% ha ricevuto questo tipo di materiale. Il 41% degli intervistati dichiara di essersi sentito a disagio qualche volta quando qualcuno lo ha guardato; al 64% è capitato almeno una volta che qualcuno facesse allusioni sessuali sul loro corpo, sui loro atteggiamenti o sulla loro persona, e al 73% è successo almeno una volta di ricevere anche senza volerlo foto o video con contenuti sessualmente espliciti e/o pornografici da amici (36%), compagni (31%) o sconosciuti (11,38%).

 

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Il 25,42% dice di avere provato curiosità, il 24,7% indifferenza e il 21,34% disagio. Il 46,63% ha cancellato il contenuto. Alla domanda “per quali ragioni hai deciso di condividere un messaggio/video/foto a contenuto sessuale ricevuto da un’altra persona”?, il 29,5% risponde “per dimostrare di essere figo”, il 23,79% “perché è divertente” e il 16,3% “per alimentare le mie relazioni”. I contenuti hot viaggiano nel 67% dei casi via Whatsapp; seguono Instagram (57%) e Snapchat (43%).

Da qui pure il  protocollo d’intesa siglato tra Polizia e la Casa pediatrica Asst Fatebenefratelli-Sacco, attiva dal 2008, in prima linea nell’assistenza alle baby-vittime del bullismo e della sua versione digitale.

Un’alleanza tra camici e divise contro l’emergenza cyberbullismo, che nel 2016 ha fatto registrare in Italia 235 denunce con minori vittime di reato, con 31 under 18 che si sono resi responsabili di atti che vanno dallo stalking alle molestie, alla diffusione di materiale pedopornografico.

Diversi i reati ai quali si riferiscono le 235 denunce per cyberbullismo raccolte l’anno scorso in Italia: stalking (8 denunce, un minore denunciato all’autorità giudiziaria), diffamazione online (42 denunce, 11 minori denunciati), ingiurie, minacce e molestie (88, 6), furto di identità digitale su social network (70, 3), diffusione di materiale pedopornografico (27, 10).

Pasquale Almirante

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