Il presidente del Consiglio,usando un post su Facebook in attesa di incontrare il presidente Usa, Barack Obama alla Casa Bianca, spiega che “per troppo tempo il nostro Paese è stata la bella addormentata nel bosco, come se il meglio fosse già accaduto e potessimo vivere il presente solo sognando il nostro grande passato. Ma noi siamo qui per svegliare la bella addormentata, noi siamo qui per dare un indirizzo al futuro”.
Col cavallo bianco, lo spadino e la feluca con pennacchio, Renzi spiega che quell’indirizzo “è il lavoro straordinario, l’energia, l’impegno che abbiamo messo in questo primo anno nelle riforme: la legge elettorale, l’architettura istituzionale, la PA, il fisco, il jobs act, la giustizia, la lotta alla corruzione, la buona scuola, l’innovazione”.
E ha pure ribadito, di fronte agli studenti della Georgetown University: “Non è possibile tornare indietro sulle riforme, non possiamo permettercelo, sarebbe folle sciupare questa occasione”.
Secondo il presidente-principe azzurro “per vent’anni abbiamo guardato alla globalizzazione impauriti invece di vedere le opportunità. Il mondo ha fame dell’Italia e chiede la nostra bellezza, noi possiamo essere il luogo del futuro che piace al mondo”. E citando Bob Kennedy, e non i fratelli Grimm, ha concluso dichiarando: “Il futuro non è un dono, ma una conquista. Noi siamo pronti”.
E lo sono anche i tanti lavoratori della scuola che sabato 18 aprile si troveranno a Roma nei panni della strega cattiva per dirgli che sulla scuola, non loro, ma lui ha approntato la mela avvelenata, e che dopo anni di attesa, all’uscita dai tunnel dei neutrini, si sono ritrovati nei boschi intricati di un Ddl che promette un futuro conquistato dagli ululati dei lupi.