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Il problema dei riservisti presenti nelle graduatorie provinciali

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Sono una docente precaria da circa dieci anni, insegno filosofia e scienze umane in classe di concorso A18 e sono counselor sistemica relazionale. Quest’anno è stato introdotto il servizio civile universale, valido dal 2017, come requisito che permette di avere la riserva.

Che cos’è la riserva nelle graduatorie provinciali? È un titolo che permette con meno punti, quindi con meno esperienza, di precedere altri docenti con maggior punteggio che non hanno questo requisito. Il servizio civile è possibile farlo solo dai 18 ai 28 anni, quindi è anche un requisito discriminante per i docenti con più esperienza che hanno superato quell’età e ovviamente non possono recuperarlo.

Questo è il primo elemento.

Il secondo elemento è che i docenti riservisti spesso non si presentano, le scuole così non possono controllare se i titoli che hanno dichiarato sono corretti.

Chi controlla la veridicità delle dichiarazioni dei docenti all’atto di iscrizione alle

graduatorie? Le scuole quando prendi il servizio. E se non prendi servizio? Se ti sei inserito in graduatoria e non ti presenti? Nessuno, nessuno degli uffici regionali scolastici si dedica al controllo dei titoli dei riservisti prima della nomina o immediatamente a seguire la non presa di servizio.

Quindi cosa succede? L’algoritmo che scorre le preferenze dei docenti si ferma su questi riservisti e dà loro la cattedra. I riservisti non si presentano, i loro titoli non vengono controllati, ma intanto tutti i docenti con punteggio più alto, che hanno scelto le stesse scuole rimangono senza lavoro. Ho fatto accesso agli atti per una parte di questi riservisti nel mio scorrimento. Una docente non aveva il titolo corretto, poiché il servizio civile dichiarato non era valido. Cosa è successo? Nulla. Io non sono stata nominata per quella scuola, ma nessuno ha controllato a chi potesse andare quella cattedra, dato che non era legittima la nomina in quello scorrimento.

Al Liceo delle Scienze Umane Benini a Melegnano sono stati nominati già quattro riservisti che non si sono presentati. Ad oggi una cattedra A18 è ancora vuota, perché appunto anche l’ultimo riservista, del quale nessuno ha controllato i titoli, non si è presentato. Io non ho potuto lavorare su quella cattedra e inoltre ho perso la continuità didattica, dato che ho insegnato Scienze Umane a Melegnano l’anno scorso.

Ma questo meccanismo ha creato la stessa situazione in altre classi di concorso e per altri docenti come me con un punteggio medio alto, competenza, esperienza e passione per l’insegnamento. Perché la domanda non è solo: come mai nessuno controlla il corretto funzionamento di un meccanismo di attribuzione del lavoro? La domanda è anche: come mai molti docenti si inseriscono nelle graduatorie e poi non accettano il lavoro, creando disoccupazione in colleghi?

I penalizzati sono i docenti corretti, che inseriscono i titoli in maniera adeguata e che si presenterebbero felici di lavorare a scuola. Il male nella società non è solo dovuto a un sistema amministrativo burocratico che non si corregge, che non controlla le anomalie, ma anche alle persone che ne fanno parte e non collaborano a un bene comune.

Monica Ceriani