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Il prof assegna un tema su come convincere il compagno leghista, il Carroccio non ci sta

Ha fatto infuriare i leghisti il tema di un compito assegnato da un insegnante di lettere ai suoi alunni terza superiore di un istituto di Thiene. Il titolo (“Persuadi un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema, bensì una risorsa”) prima non è piaciuto ad alcuni genitori, poi dagli stessi esponenti della Lega Nord, dopo che alcune famiglie avevano denunciato la tematica prescelta dal docente di lettere.

“Anziché educare i ragazzi a scuola, gli insegnanti fanno politica – ha detto Michele Pesavento, membro della segreteria politica Lega Nord Vicenza – è inammissibile l’episodio avvenuto al Ceccato di Thiene, dove in una classe, all’insegnamento delle materie umanistiche si preferisce l’apologia politica”.

“Certo professori sono i veri fondamentalisti – rileva in una nota il consigliere regionale della Lega Nicola Finco, rendendo nota la questione – Le classi non sono sedi circoli di partito. Il tema antileghista è un altro tentativo di trasformare la scuola in un processo politico”.

 “Un professore si permette – continua Finco – di dare giudizi politici in classe su un partito come se il problema in questi giorni non fosse l’islam; nel frattempo i benpensanti radical chic di sinistra si scandalizzano perché l’assessore regionale all’Istruzione scrive alle scuole affinché in classe si tratti del problema del terrorismo islamico che è solo e unicamente cronaca”.

La vicenda è rimbalzata anche tra gli europarlamentari. “Fuori la politica della scuola! E basta con questi insegnanti che usano la scuola pubblica come strumento politico per indottrinare i nostri ragazzi”, ha detto l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto, vice segretario del Carroccio in Veneto, commentando la vicenda.

 

 

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“Quanto è successo in questo istituto è molto grave – ha aggiunto – e conferma come esistano purtroppo insegnanti che mischiano, in modo scorretto e inaccettabile, i propri convincimenti politici con l’insegnamento. La scuola dovrebbe essere un luogo di libertà e una palestra di educazione e di vita, non un luogo di indottrinamento politico secondo i convincimenti politici del professore di turno. Bene hanno fatto i genitori e gli studenti che hanno segnalato questo grave comportamento da parte dell’insegnante che, mi auguro, sarà severamente ripreso dagli organi competenti”.

Per il momento non sono pervenute reazioni o prese di posizione da parte del Miur o dai suoi organi periferici del Veneto. È molto probabile che nelle prossime da Viale Trastevere ore giungano al direttore dell’Usr richieste di chiarimento.

 

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Alessandro Giuliani

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