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Il Prof è di troppo? Mandiamolo al museo…

Nemmeno si conoscono le cifre ufficiali dei docenti soprannumerari e già si ipotizzano le strade da percorrere per la loro collocazione. L’ultima proposta in ordine di tempo arriva un po’ curiosamente da un sindacato: quello della Uil-Beni e attività culturali, che a riforma ancora non approvata (mancano gli ultimi passaggi, anche se dall’esito scontato), un po’ provvidamente ha rispolverato il progetto di collocare i docenti rimasti senza cattedra a svolgere mansioni in seno al ministero dei Beni Culturali.
La proposta, giunta dal segretario generale, Gianfranco Cerasoli, è stata subito bene accolta dal ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, che ha detto di volerne parlare con il collega responsabile dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Bondi, probabilmente pensando alle competenze di docenti di Storia dell’Arte (non a caso che gli istituti d’Arte sono tra i più esposti al rischio soprannumerarietà, visto che i loro istituti verranno assorbiti sicuramente con non poche conseguenze sul fronte degli organici) ha pensato bene di pensare all’impiego dei nostri insegnanti nella valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale“. Aprendo, in tal modo, anche alla possibilità di farne “dirigenti di strutture se non addirittura di musei“.
L’idea non è però piaciuta ai sindacati. In particolare alla Cisl Scuola, che attraverso il suo segretario ha definito la proposta una “avvilente ‘tratta’ dei soprannumerari“. Secondo il sindacato un impiego dei docenti senza più titolarità, e non utilizzabili su altre cattedre, potrebbe essere presa in considerazione solo in una fase successiva.  “E’ stupefacente – ha spiegato Francesco Scrima – che si discuta già ora, come fa il ministro Bondi, su dove piazzare gli insegnanti in esubero, dando per scontato che la scuola possa farne a meno. Per questo insistiamo nella nostra richiesta di rivedere l’entità dei tagli agli organici: questa è per noi oggi la vera priorità“.
Bocciata anche l’idea di un faccia a faccia tra ministri per impostare il discorso: perchè “le questioni – ha sottolineato il sindacalista della Cisl – vanno affrontate nelle sedi giuste e non con estemporanee sortite: sull’istruzione e la formazione servono investimenti, non tagli, e il primo investimento è quello sulla professionalità di chi nella scuola vive e lavora“.
Ancora più azzardato sarebbe essersi avventurati, sempre per Scrima, nell’ipotesi del passaggio “intercompartimentale”, la cui attuazione, sottoscritta orami da quasi dieci anni, non ha visto l’attuazione. Se non in sporadici casi. E non certo per colpe del sindacato, che coglie così l’occasione per tornare a prendere “in considerazione quanto già è contemplato nel contratto nazionale” ma che “per responsabilità non nostre non si è mai concretizzato“. Un passaggio che però Scrima definisce chiaramente possibile solo su base “volontaria”. Un punto, quest’ultimo, di cui presto si parlerà durante gli incontri tecnici tra gli stessi sindacati e l’amministrazione per gettare le basi della delicata partita degli organici 2010/2011. I più pessimisti già hanno coniato il motto d’occasione: “si salvi chi può”.
Alessandro Giuliani

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