Il professor Luca Serianni, 75 anni, illustre linguista, investito il 18 luglio da un’auto a Ostia, è morto alle 9.30 di oggi. L’annuncio è stato dato dalla famiglia che ringrazia “tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato il loro affetto”.
Il mondo accademico e della cultura esprimono profondo cordoglio per la scomparsa del famoso linguista e filologo, docente emerito della Sapienza, punto di riferimento intorno agli studi sulla lingua italiana, ottenendo anche riconoscimenti internazionali come la laurea honoris causa dall’Università di Valladolid e il dottorato honoris causa dell’Università di Atene.
Fra le sue frasi più celebri quella che riguarda la professione di docente, pronunciata nel giorno della sua quiescenza: “Chi ha scelto di fare l’insegnante non può prendersi il lusso di essere pessimista”.
Serianni era anche Accademico dei Lincei e della Crusca. Nel corso dei suoi studi ha scritto testi sulla grammatica italiana, storia della lingua letteraria, linguaggio della medicina e didattica dell’italiano e ha collaborato alla stesura del dizionario Devoto-Oli.
Sirianni si era laureato in Lettere sotto la guida di Arrigo e ha iniziato subito con la carriera accademica: è stato professore incaricato di Storia della lingua italiana presso le Università di Siena, L’Aquila e Messina prima di diventare ordinario a La Sapienza di Roma dove ha insegnato fino al 2017.
Cultore della parola, ha scritto anche un’edizione de La Grammatica Italiana tra le più apprezzate di sempre.
Si legge in una nota: “Alla Sapienza ha insegnato Storia della lingua italiana fino al 2017, anno del suo pensionamento. Maestro amatissimo dagli allievi, ogni suo corso si concludeva con la standing ovation degli studenti. Nel 2014, dopo quarant’anni di attività didattica e accademica, aveva tenuto in una gremita aula 1 della Facoltà di Lettere la sua lezione di congedo, dal titolo Insegnare l’italiano nell’università e nella scuola”.
Restando in contatto con la Sapienza anche dopo il pensionamento, Luca Serianni aveva prestato la sua consulenza per la supervisione del vademecum adottato dall’Università “Scrivere con Sapienza – Manuale per testi chiari, corretti ed efficaci”, firmandone l’introduzione.
Una scomparsa dolorosa per la cultura italiana, mentre viene pure a mancare una personalità dalle grandi doti umane e un punto di riferimento per tanti studiosi.