L’Ufficio scolastico regionale della Calabria ha avviato un’ispezione sul liceo scientifico del polo scolastico “Valentini-Majorana” di Castrolibero, in provincia di Cosenza, seguito della fuga di notizie dei giorni scorsi sulle accuse di molestie sessuali di cui si sarebbe reso protagonista un docente ai danni di alcune studentesse. La verifica sarebbe scattata dopo che la scuola è stato occupata da collettivi femministi e dai centri antiviolenza locali, ma soprattutto dopo che una ragazza, oggi 21enne e appartenente agli stessi collettivi, avrebbe presentato una denuncia ai carabinieri e su spinta anche di alcuni genitori degli studenti che frequentano lo stesso istituto.
L’ispezione – scrive l’Ansa – é stata avviata sulla base di una relazione trasmessa all’Ufficio scolastico dalla dirigente del liceo.
L’accertamento ha preso inizio la mattina di lunedì 7 febbraio, con l’arrivo nell’istituto di una ispettrice dell’Usr calabrese.
Nel frattempo, sempre l’agenzia Ansa riporta lo sfogo del fratello della ragazza che avrebbe denunciato ai carabinieri il prof per le molestie subite: riferendosi alla preside della scuola superiore, il ragazzo chiede: “perché ha negato e perché non ha preso provvedimenti?”.
“La dirigente era a conoscenza delle molestie – ha detto il giovane – perché a raccontagliele era stata mia sorella”.
A dimostrazione di questo, ci sarebbero alcune mail tra i familiari della giovane e la direzione della scuola.
“La dirigente, dunque, – ha detto ancora il fratello della studentessa – sapeva e non ha fatto nulla se non spostare di plesso il docente”.
Ancora l’agenzia di stampa riporta che “dopo l’apertura della pagina Instagram in cui sono stati riportati i fatti – ha detto, da parte sua, la studentessa – ho incontrato il professore, che mi ha rivolto la frase ‘avrei dovuto farti di peggio’. A quel punto, sconvolta, ho raccontato tutto alla mia famiglia e ho presentato denuncia ai carabinieri”.
Del caso si stanno occupando anche le associazioni. Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle democratiche, ha detto che “quello che sta emergendo è particolarmente grave e inquietante. Bene che ci sia un’ispezione dell’Ufficio scolastico regionale”, ma “sconcerta il clima di omertà e connivenza che potrebbe aver accompagnato comportamenti molesti e violenti da parte di un professore”.
D’Elia sostiene che tutto ciò sarebbe accaduto in “una scuola, che dovrebbe essere luogo di educazione al rispetto. Ma sappiamo che troppo spesso la violenza contro le donne viene banalizzata e che tanto deve cambiare nella cultura per sconfiggerla. Vogliamo che sia fatta chiarezza, che sia ascoltata la voce delle ragazze e dei ragazzi, dei giovani che oggi chiedono con determinazione la verità”.
La segreteria della Cgil di Cosenza si è rivolta direttamente al ministro dell’Istruzione, chiedendogli “di inviare una task force di ispettori, esterni al contesto territoriale locale (quindi non basterebbe l’Usr della Calabria n.d.r.), per fare luce” su una vicenda “che oscura il ruolo e la funzione pedagogica della scuola”.
Umberto Calabrone e Francesco Piro, segretari generali, rispettivamente, della Cgil e della Flc-Cgil di Cosenza, dicono che “il sistema delle relazioni che vive il mondo della scuola in generale deve essere basato su valori umani e civili, senza mai debordare in atteggiamenti ambigui. Ciò che si evidenzia invece, sono sempre più gli aspetti poco trasparenti da parte di chi dovrebbe avere la custodia o la ricerca della verità”.
I sindacalisti puntano il dito contro “la dirigente scolastica” dell’Istituto e sostengono che “necessariamente” dovrà “essere destinataria di opportuni provvedimenti non solo se le suffragate e circostanziate affermazioni della studentessa e della scolaresca risultassero vere”.
I dirigenti della Cgil ritengono che “i tempi delle decisioni devono essere rapidi e tempestivi e non possono essere dilazionati, perché in tal caso alimenterebbero il sospetto che la vicenda possa essere in qualche modo messa a tacere per il buon nome della scuola, garantito dall’egregio lavoro e portato avanti come sempre dalla stragrande maggioranza dei docenti”.
Calabrone e Piro parlano anche di “forte contrapposizione fra studenti e dirigente, ormai arrivata ad un punto di non ritorno“.
E se non dovesse “essere sufficiente” la “task force” ministeriale rivendicata, i sindacalisti reputano “necessario e urgente un intervento parlamentare affinché il tema dei presunti abusi nel mondo della scuola trovi risposte adeguate”.
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