Nel volgere di poche ore sono diventate di dominio pubblico delle vicende, con tanto di denunce ed intervento dell’autorità giudiziaria, con al centro alcuni insegnanti accusati di violenze di vario genere nei confronti dei loro studenti.
Il 16 novembre alcuni studenti del liceo artistico Enzo Rossi di Roma hanno organizzato una conferenza stampa per denunciare “esplicite avances sessuali, urla contro alunni disabili, frasi dal contenuto antisemita”, portate avanti da un loro insegnante. E ancora: “Il prof mi ha detto frasi come ‘mi susciti fantasie, i tuoi jeans sono provocanti’. Sono stata vittima di molestie verbali”, ha dichiarato una studentessa.
“Frequentavo il terzo liceo, un professore si permise di dirmi che lo provocavo se mettevo pantaloni aderenti e che la mia faccia gli suscitava strane fantasie, mi disse anche ‘ti legherei, mamma mia'”, ha detto una studentessa che ha voluto scrivere la sua testimonianza.
“Tutto ciò mi ha provocato molto disagio e ho cominciato a avere astio e disgusto nei confronti di questo professore tanto che anche lui evidentemente se ne accorse e cominciò ad abbassarmi i voti a rispondermi male zittendomi in ogni dibattito a lezione“, ha aggiunto.
Un’altra ragazza, invece presente, tra le lacrime ha raccontato alcuni episodi di molestie: “il prof faceva giochi di parole equivoci“. Altri studenti hanno poi parlato “di urla contro i ragazzi disabili, frasi dal contenuto antisemita detta a studenti di religione ebraica“.
Il docente accusato dagli studenti sarebbe assente da scuola da alcuni giorni.
“Ascolteremo i ragazzi, la scuola è presente”, ha assicurato la vicepreside dell’Istituto Luciana Bascia.
Il giorno dopo, il 17 novembre, ad Empoli i carabinieri è trapelata la notizia su una vicenda di presunte violenze sessuali da parte di un docente di lettere (meno di quarant’anni) in servizio in un liceo nei confronti di una studentessa, che si sarebbero ripetute da alcuni mesi. I militari avrebbero anche prodotto delle perquisizioni a casa dell’insegnante.
A convocare i carabinieri a scuola è stata la dirigente scolastica, alla quale la giovane studentessa la scorsa estate aveva manifestato segnali di disagio tanto che la dirigente scolastica, cioè la preside della scuola, ha segnalato il caso ai carabinieri.
Ai militari, la ragazza (in forma protetta) ha raccontato che quel prof le avrebbe fatto alcune avances e avrebbe ricevuto numerosi messaggi di amore, che sono stati acquisiti nel fascicolo di indagini.
La scuola superiore frequentata dalla ragazza è stata formalmente messa al corrente di quanto raccolto dai carabinieri affinché l’autorità scolastica possa valutare di prendere eventuali provvedimenti disciplinari a carico del docente: l’Ansa scrive che a scopo cautelativo il docente sarebbe stato sospeso per due mesi. E lui si sarebbe mostrato decisamente contrariato alla decisione.
Nel frattempo, i carabinieri hanno posto sotto sequestro il cellulare e il computer del docente indagato.
Al vaglio dei militari vi sarebbe stato anche un episodio in cui il professore si sarebbe approcciato fisicamente alla giovane.
Cosa accadrà se le accuse formulate nei confronti dei due insegnanti dovessero essere fondate? Sicuramente, in tal caso, i docenti rischierebbero fortemente di non potere entrare più in classe per incompatibilità con la professione del docente: la procedura di interdizione potrebbe anche non limitarsi alla professione di insegnamento, ma pure a quella di tutti i pubblici uffici.
In secondo luogo, i docenti rischiano di finire alla sbarra: se le accuse mosse da alcuni loro studenti dovessero essere confermate, il magistrato potrebbe decidere di procedere con il processo penale, a seguito di avere abusato del proprio ruolo nei confronti di giovani che andavano tutelate e non sottomesse.
È poi anche possibile che le famiglie delle giovani vessate si rivolgano al giudice per chiedere un risarcimento danni.
È della scorsa estate la notizia di una maestra che maltrattava i propri alunni, di appena 3-5 anni, condannata dal giudice a risarcire, in solido con il ministero dell’Istruzione, le tre famiglie di suoi ex alunni che si erano costituite parte civile.
Ma non finisce qui: solo tre giorni fa è emerso che un docente è stato condannato nel 2015, con sentenza definitiva, a 10 anni di carcere per aver abusato delle sue alunne, molte delle quali all’epoca minorenni: le costringeva ad appartarsi con lui a ricreazione in cambio di buoni voti. I fatti risalgono al 2005. Oltre alla detenzione in carcere, la Corte dei Conti ha ravvisato che vi fossero i presupposti per un risarcimento di 100mila euro all’Ufficio Scolastico Regionale per danno d’immagine.
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