Un insegnante di scuola superiore avrebbe perso la pazienza con uno studente e, dopo ripetuti richiami, gli avrebbe rifilato uno schiaffo: l’episodio sarebbe avvenuto la mattina di venerdì 17 gennaio in una prima classe di un istituto professionale di Firenze.
L’allievo di 15 anni, scrive l’agenzia Ansa, “si rifiutava di seguire la lezione nonostante i suoi richiami. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, allertati dal padre del ragazzo. Il docente, identificato dai militari, rischia una denuncia per abuso dei mezzi di correzione. L’alunno, visitato al pronto soccorso, è stato dimesso con una prognosi di tre giorni”.
In base a quanto ricostruito, il prof avrebbe invitato più volte l’alunno a stare seduto al banco in maniera composta e poi, non avendo ottenuto risultati, lo avrebbe colpito con uno schiaffo. Il 15enne avrebbe subito avvisato dell’accaduto il padre, che ha chiamato il 112.
I militari della stazione di Campo di Marte, intervenuti nella scuola, hanno compilato una segnalazione che adesso sarò inviata alla procura della Repubblica, che potrebbe indagare il docente, come già detto, per abuso dei mezzi di correzione, reato perseguibile d’ufficio.
Anche la famiglia del ragazzo avrebbe annunciato l’intenzione di presentare una querela a carico dell’insegnante, attraverso un avvocato.
Determinanti, per capire come sono effettivamente andate le cose, saranno le testimonianze degli altri studenti presenti in classe al momento del fatto.
Secondo la legge vigente, qualora i fatti fossero confermati in questi termini, il docente rischia una condanna fino a sei anni.
Nel 2018, la Corte di Cassazione ha prodotto una sentenza (la n.45736, clicca qui) nella quale spiega che la violenza fisica e morale nei confronti di uno studente, anche se scopi educativi, si configura il reato di abuso di mezzi di correzione.
Un fatto del genere è accaduto gli ultimi giorni di scuola dell’anno scolastico 2013/14, in un istituto superiore di Verona, dove una professoressa di matematica diede uno schiaffo ad un suo alunno 14enne: qualche anno dopo, il Tribunale della città scaligera ha condannato una docente a 10 giorni di carcere e 600 euro di risarcimento.
Il docente verrà inoltre molto probabilmente sottoposto ad una procedura disciplinare, con dei possibili provvedimenti professionali, che vanno dal richiamo verbale fino, come extrema ratio, al licenziamento.
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