Ieri abbiamo dato notizia dell’incredibile aggressione ai danni di un docente da parte di un alunno, che ha preso il professore calci e pugni nel corridoio di un istituto della provincia di Caserta. La vittima dell’aggressione ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Mattino.
“L’agitazione dovuta ai momenti convulsi dell’aggressione è già passata. Tra qualche giorno scomparirà pure il dolore alla testa e al ginocchio. E non vedo l’ora di poter tornare in classe dai miei alunni, spero già per metà della prossima settimana. Ci tengo a precisare, però, che non ho denunciato il mio studente per vendetta, o chissà per cosa. Non per tutelare me, né il resto del corpo docente dai suoi momenti di intemperanza. L’ho fatto nel suo interesse, con la speranza che chi di dovere comprenda che a scuola c’è bisogno di maggiore attenzione”, ha spiegato, abbastanza lucido.
Il docente è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di cinque giorni. L’uomo, che insegna nella scuola dal 2015, parla con amarezza e sconforto, mentre dalla direzione della scuola si chiede cautela e riservatezza.
Secondo Il Mattino l’alunno aggressore, anche se la scuola non conferma, non sarebbe nuovo ad episodi del genere: c’è chi segnala che lo studente reagisce nei confronti dei docenti in modo aggressivo appena si sente sotto pressione, anche semplicemente se gli viene chiesto di non utilizzare il telefonino in classe, o di non stare troppo tempo nei bagni.
L’episodio più grave sarebbe avvenuto un paio di settimane fa, ai danni di una prof di italiano, che avrebbe subito una ferita al capo, colpita con lo smartphone dello studente. Ma l’insegnante non avrebbe successivamente denunciato l’episodio alle forze di polizia, perché convinta che il ragazzo avrebbe compreso l’errore. Ma evidentemente non è stato così.
Dell’episodio di martedì è stato informato anche l’ufficio affari sociali del municipio di Castel Volturno. La sua funzionaria fa sapere di conoscere già il caso, che gli è stato presentato a inizio anno scolastico dalla preside dell’istituto, preoccupata che le intemperanze dello studente potessero deflagrare così come effettivamente è stato.
Dall’ufficio affari sociali fanno sapere che sono stati anche attivati dei protocolli specifici per seguire il ragazzo nel migliore dei modi, ma che si attende l’intervento della famiglia, necessario per la buona riuscita di ogni progettualità per casi del genere.
“Gli studenti di Castel Volturno, rispetto a quelli di altre aree geografiche, sono penalizzati – dice il professore aggredito – Qui c’è bisogno di maggiore interesse da parte delle istituzioni competenti, perché ci sono disagi di ogni tipo e in percentuali molto più alte che in altri posti della Campania e d’Italia. Sono indispensabili investimenti per ridurre il divario con gli altri studenti. I nostri ragazzi a volte è come fossero abbandonati, perché sono così tante e diverse le esigenze che la scuola non riesce a fare fronte con le risorse normali di cui è dotata. Ma questo non è un posto normale e servono interventi speciali. Non per noi professori, ma per i ragazzi. Tuttavia, questa è la mia scuola e non l’abbandono. Settimana prossima torno al mio posto di lavoro”, ha concluso, speranzoso.
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