“L’obiettivo di tutta questa storia è farvi fare il prossimo vaccino che non sarà un vaccino normale, inietteranno nanoparticelle capaci di interagire con segnali 5G per il controllo della vostra salute“. “Non c’è nessuna emergenza sanitaria, la tv racconta solo balle su balle, muoiono persone di tumore e le classificano covid“. A scrivere questi messaggi negazionisti del Coronavirus – che si commentano da soli – sarebbe stato un docente di matematica e fisica di un Liceo Classico di Jesi: a renderli pubblici sono stati alcuni suoi studenti, di una classe terza, riportandoli in una chat.
Il docente, secondo quanto riferiscono il Corriere Adriatico e Il Resto del Carlino del 12 novembre, avrebbe anche invitato gli studenti, da settimane costretti alla didattica a distanza proprio per via del Covid, a “venire davanti alla scuola facendo dad col cellulare per farvi sentire un po'”.
Alcuni studenti sono rimasti scioccati da quelle parole anti Covid e no vax. Ne hanno parlato in famiglia. Ma anche con altri docenti. E a quel punto i messaggi sono arrivati anche al preside.
“Parole fraintese, non sono un negazionista e i miei studenti lo sanno”, ha replicato il prof di matematica e fisica nel corso della giornata.
Il docente, in una nota rivolta ai genitori e alla scuola, ha anche chiesto scusa: “la mia era solo una provocazione per cercare di tirare un po’ su il morale a ragazzi frastornati dagli eventi, consapevole che non avrebbero mai seguito le mie parole”.
“Poche righe – ha aggiunto – possono essere largamente fraintese se lette da persone che non mi conoscono, mentre i ragazzi a scuola ne hanno capito il senso tanto che nessuno ha pensato di accogliere la mia idea provocatoria di fare la didattica digitale di fronte alla scuola”.
Poi tenta di spiegare i motivi dei commenti sul Covid-19: “tutto ciò che ho detto nel messaggio riguardo la veridicità dei tamponi, o l’efficacia e l’interazione dei vaccini col nostro corpo l’ho appresa da dottori o scienziati che hanno diffuso notizie attraverso internet. Mi riferisco in primis al premio Nobel Luc Montagnier, medico virologo e biologo, e allo scienziato Stefano Montanari. Non essendo io un esperto, mi sono fidato delle loro parole a riguardo per dare una visione diversa della situazione”.
Quindi, il docente ha detto che è “importante dare vedute allargate ai ragazzi, e non solo dire ciò che tutti i giorni si sente dalla fonte tv”.
Il prof ha quindi spiegato che non vuole negare la realtà: “I ragazzi sanno che io non sono un negazionista poiché il virus esiste, ma la cosa che ho voluto dire è che probabilmente certe emergenze potevano essere affrontate diversamente, con più consapevolezza scientifica”.
“Tengo molto alla scuola e al benessere degli alunni, in questo periodo – ha aggiunto il docente del liceo di Jesi – ho visto i loro volti spegnersi, quindi, abbastanza ingenuamente da parte mia, ho pensato di invitarli a dare un segno della loro esistenza all’interno di questo sistema”.
“Il mio era solo un incitamento all’informazione su più canali e a non recepire per vere o consolidate le opinioni di massa create dai media, cosa che penso sia fondamentale per la crescita di una mente critica e vogliosa di apprendere”, ha concluso il prof.
Le spiegazioni del docente di discipline scientifiche non hanno convinto, però, il suo dirigente scolastico.
“Quando ho letto i messaggi – ha raccontato il preside dell’istituto marchigiano all’Ansa – non ci potevo credere: parliamo di un insegnante stimato all’interno del nostro istituto, invece purtroppo è tutto vero. Per fortuna i ragazzi con molto senso di responsabilità si sono opposti al suo invito”.
Il capo d’istituto ha immediatamente segnalato l’accaduto all’Ufficio Scolastico Regionale che dopo le valutazioni del caso potrebbe convocare il docente. E quindi avviare un procedimento disciplinare.
Si tratta, peraltro, dell’Usr con a capo il dottor Marco Ugo Filisetti: il direttore generale che il 4 novembre scorso ha fatto parlare di sé – con il Ministero che ha già annunciato una inchiesta interna – per un nota inviata agli alunni che ai più è sembrata di esaltazione della guerra, con tanto di riferimento alle “trincee della Grande Guerra” e “all’appello serale del comandante”.
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