“Stavo alla lavagna con una ragazza quando ho sentito un tonfo e i ragazzi che ridevano. Mi sono girato e ho visto Christian per terra con la testa tra la sedia, il banco e il muro”.
A parlare, intervistato dall’Ansa, è Lino Di Meo, l’insegnante di biologia, che ha raccontato all’agenzia nazionale Ansa i momenti drammatici della tragedia che si è consumata la mattina del 12 febbraio nell’istituto alberghiero di Roccaraso.
“Mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo e ho visto che respirava a fatica, aveva il viso bianco e a volte non respirava più o in maniera affannosa. Ho cercato di rianimarlo col massaggio cardiaco fino a quando sono arrivati i soccorsi ma ho capito subito che la situazione era molto grave. Il ragazzo è andato in arresto cardiaco 2-3 volte”.
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L’Ansa ha anche intervistato don Renato, il parroco che conosceva Christian: era “un ragazzo della mia parrocchia, un ragazzo vivace come tutti quelli della sua età, un giovane pieno di vita, pieno di interessi”, ha raccontato il parroco, uno dei primi ad arrivare all’Alberghiero.
“Ultimamente – ha continuato il sacerdote – aveva preso il patentino per la ricerca dei tartufi e lo vedevi sempre in giro per le campagne e per i boschi con i suoi due cani alla ricerca di questo prezioso tubero. Di una bontà unica, di una semplicità naturale per quell’età e anche con una costanza nel fare le cose che gli piacevano”.
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