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Il prof ternano che non voleva il crocefisso sospeso per un mese

Un mese di sospensione dall’insegnamento: è questo il parere espresso dal Consiglio di disciplina del Cnpi, emesso l’11 febbraio e reso noto una settimana dopo, nei confronti dell’insegnante ternano Franco Coppoli per aver riposto nel cassetto il crocefisso dell’aula durante le sue lezioni di Italiano e Storia.
Coppoli aveva motivato il suo comportamento per rivendicare la libertà di insegnamento, la libertà religiosa e la laicità dello Stato della scuola pubblica: un’azione dovuta però soprattutto in nome dell’uguaglianza di tutti i suoi studenti dell’istituto professionale commerciale di Terni. Una parte di questi non era però d’accordo con la forte presa di posizione del docente ed ha sporto reclamo al dirigente scolastico; da qui la richiesta di giudizio da parte del Consiglio di disciplina nazionale che ha emesso la sentenza di un mese di stop.
La vicenda però non è affatto chiusa. Da una parte al parere del Consiglio di disciplina nazionale dovrà fare seguito, come previsto dall’iter normativo, quello del Direttore scolastico regionale dell’Umbria. Dall’altra il docente, difeso strenuamente dai Cobas (secondo cui già “l’ordine del dirigente scolastico dell’istituto ‘Casagrande’ di Terni di non rimuovere il crocifisso e la minaccia di provvedimenti disciplinari si configurano come atti discriminatori sul luogo di lavoro”), ha annunciato che farà “ricorso alla magistratura del lavoro e agli organi amministrativi”.
Alessandro Giuliani

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