Ma quale “è brutto essere gay e tu ne sai qualcosa”, non è vero nulla: “ho detto il contrario. Ma quale omofobia”. Stavo spiegando l’importanza di tutelare la privacy” riguardo a “razza, idea e tendenza sessuale” ha rivelato il docente, per poi aggiungere: “i ragazzi si sono messi a fare gli spiritosi”.
Si è difeso così il docente che avrebbe brutalmente insultato e poi malmenato un suo allievo 14enne mentre si svolgeva una lezione in un istituto della provincia di Perugia. Interpellato dal Corriere della Sera sul fatto, già riportato dalla nostra testata giornalistica, il docente non avrebbe ammesso nemmeno di aver sferrato calci e pugni al ragazzo: “era seduto scomposto, con una gamba fuori dal banco”. “Sono passato – ha aggiunto – e gli ho dato un calcetto, l’ho strattonato e gli ho detto ‘metti dentro ste gambe'”, ha spiegato sempre il prof.
Ma le sue parole non sono sembrate convincenti. Il primo a volerci vedere chiaro è il ministro dell’Istruzione. Se i fatti sono confermati è ”gravissimo”, ha detto Giannini. Che ha chiesto ”immediatamente al preside di Assisi” una relazione. Aggiungendo anche che se i fatti emersi saranno confermati ci sono tutti gli estremi, secondo il ministro, per prendere provvedimenti: in serata, il Ministro ha aggiunto che si tratterebbe di accadimenti, sempre se appurati, “di una gravità inaudita”.
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La notizia delle presunte aggressioni omofobe ha scatenato reazioni furibonde nelle associazioni delle persone omosessuali. Gay Center ricorda come da una loro recente indagine risulti che due ragazzi gay su tre hanno subito discriminazioni a scuola e sostiene che “fatti come quello di Assisi sono una spia di un malessere che va combattuto”. Secondo Arcigay, c’è un “susseguirsi allarmante di fatti gravissimi inerenti la scuola, rispetto ai quali si rende urgente un intervento del Ministero dell’Istruzione”. Il presidente di Arcigay, Flavio Romani, cita tra l’altro “l’occulta schedatura degli istituti scolastici richiesta dalla curia milanese attraverso la rete degli insegnanti di religioni”, “l’assurdo questionario diffuso in una scuola umbra un anno fa e che definiva l’omosessualità come una colpa”, la vicenda dell’insegnante che aveva definito l’omosessualità come una malattia durante l’ora di lezione.
Intanto, a stabilire quanto accaduto nell’istituto superiore umbro sarà probabilmente la relazione inviata il 17 novembre dall’Ufficio scolastico regionale umbro al ministero dell’Istruzione. Che però vuole vederci chiaro inviando un suo alto “emissario”: martedì 18 novembre alle 15 circa, sarà il neo sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone a recarsi di persona ad Assisi. “Attendiamo i risultati dei controlli avviati dall’Ufficio Scolastico Regionale, per gli aspetti amministrativi, e l’esito delle indagini in corso – ha detto il sottosegretario – ma, d’intesa con il Ministro, riteniamo fondamentale per il Miur approfondire quanto accaduto garantendo anche una presenza istituzionale”.
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