A Milano esiste un progetto educativo che non tutti conoscono e che può rappresentare un punto di riferimento nell’educazione alla prima infanzia: al Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione, presso l’Università Bicocca, Susanna Mantovani, considerata un punto di riferimento in Italia e all’estero quando si parla di infanzia, di sviluppo e di educazione, ma anche di politiche per la famiglia e di formazione professionale di insegnanti ed educatori, oggi professoressa onoraria, ha ispirato la pedagogia del Nido e della Scuola Bambini Bicocca.
Nel 2003 quando il quartiere Bicocca di Milano stava crescendo velocemente, il rettore dell’Università stava cercando spazi per ampliare l’offerta formativa dell’ateneo e il Comune propose di aprire un nido, che a partire dal 2005, oltre a garantire il servizio per chi lavora in Università, ha da subito stipulato una convenzione con Pirelli, azienda storica del quartiere Bicocca, diventata sostenitrice del progetto, permettendo ai figli dei dipendenti di accedere alla scuola. Nasce così un’iniziativa di welfare aziendale di qualità, che, grazie all’Università, promuove la ricerca e la formazione, perché il Nido è anche laboratorio di formazione dei servizi educativi per l’infanzia e sede di tirocinio per i futuri educatori.
Nel 2017 è stata aperta la Scuola dell’Infanzia; dall’unione del Nido con la Scuola dell’Infanzia, ne è nato un polo, ovvero un sistema integrato che cura l’educazione del bambino e della bambina dai 0 ai 6 anni. Ora la parola “polo infanzia” è entrata nella normativa attuale, ma quando siamo partiti noi non era così scontato concepire un percorso unico per i due cicli, commenta la professoressa Mantovani. Nel 2019 è stata creato lo spin off universitario “Bambini Bicocca” che gestisce Nido e Scuola e ha sette soci, tra cui sei cooperative sociali, primo in Italia in ambito universitario, dedicato alla ricerca e alla diffusione delle sperimentazioni educative nell’ambito dell’infanzia.
La nostra filosofia pone al centro il bambino. L’idea è che il bambino sia competente e molto attivo fin dai primi mesi di vita e che nei primi anni lo sviluppo proceda a velocità variabili. Non abbiamo un metodo codificato e rigido per scelta, abbiamo una grande esperienza di ricerca e conosciamo molti metodi, grazie ai quali riusciamo ad adeguare le proposte alla specificità di ogni bambino e di ogni gruppo. C’è molto rispetto dei ritmi dello sviluppo, che non vuol dire non avere attenzione all’apprendimento e a un’offerta ricca e ben progettata di esperienze e attività scientifiche, linguistiche, espressive, aggiunge Susanna Mantovani.
Al centro dell’azione educativa ci sono l’ascolto e l’osservazione, e la flessibilità: un dialogo con ciascuno, una discussione costante con il gruppo di bambini. Così si scoprono i loro talenti ed emergono le caratteristiche che li contraddistinguono. All’interno del percorso di Bicocca ci sono anche il plurilinguismo, la scienza, le esperienze naturalistiche, la robotica educativa, l’inclusione. Nel nido e nella scuola, l’inglese accompagna le attività con più voci, anche se non si tratta una scuola bilingue, ma si propongono riflessioni su come si parla e su come il bambino interagisce con una lingua che non è la sua.
Il progetto dell’università milanese è anche presente in collaborazioni internazionali: in un progetto europeo (CARE) e in un altro progetto come Hub per sperimentare laboratori scientifici inclusivi (C4S Community for Science).
Quasi tutte le educatrici e insegnanti che operano nell’ambito del progetto si sono laureate alla Bicocca, si tratta pertanto di un progetto coerente, all’interno del quale, per esempio, i bambini imparano a comportarsi a scuola e ripetono il modo di fare degli insegnanti, perché rifanno quello che vedono a scuola. Il nucleo familiare, inoltre, svolge un ruolo di enorme importanza: per accompagnare i genitori nel loro impegno educativo, nell’ambito del progetto vi sono incontri individuali, che vanno a integrare gli incontri di gruppo e tematici.
Per saperne di più https://bambinibicocca.it/
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