Il prossimo Ministro deve andare nella stessa direzione della scuola
Nelle fasi pre-elettorali, e in quelle connesse alla creazione di nuovi accordi di Governo, la Scuola occupa da sempre un posto privilegiato.
In questi particolari momenti il dibattito politico sembra mettere la Scuola al centro, valutarla per ciò che poi è, l’agora’ del futuro.
Nell’attimo successivo alla formazione della squadra di Governo, quando Ministro, Sottosegretario, Capo Gabinetto e stretti collaboratori si insediano, prendono corpo nuove idee, modifiche parziali o sostanziali dell’esistente, spesso anche distanti da quanto in precedenza proclamato.
A voler commentare quanto è stato prodotto in termini di legislazione scolastica per la Scuola, nell’ultimo ventennio, non basterebbe un trattato, se pur volessimo produrre un excursus, elencando solo sinteticamente tutti gli aspetti, non basterebbe un articolo.
L’immagine della Scuola di oggi è quella di un enorme edificio, costruito con l’apporto di troppi architetti, un edificio in stile neo-barocco con carichi eccessivi, sbilanciamenti di forze evidenti, scarsa funzionalità, ben lungi da quel concetto greco di kalokagathìa in base al quale vorremmo fossero educati e formati i nostri ragazzi.
Il momento attuale, contrariamente a quanto la stampa italiana racconta, è delicatissimo, due emergenze evidenti, ora sospese, saranno la prima incombenza che il nuovo Ministro del Miur dovrà affrontare: la soluzione pendente per un enorme numero di precari e la gestione del Concorso a Dirigente Scolastico 2017, già annullato dal Tar, per il quale si attendono in ottobre gli esiti da parte CdS. Al cospetto di tali situazioni il precedente governo ha ignorato ogni istanza, le OO. SS. hanno agito in maniera filogovernativa, e Tar e CdS sono stati intasati da più di 2000 istanze considerate legittime dal G.A. di primo grado.
Sul Concorso DS 2017 per il reclutamento di 2900 dirigenti scolastici va evidenziato che l’agire del Miur non ha saputo garantire quei principi di Trasparenza ed Equità che sono la base di ogni procedimento della Pubblica Amministrazione.
La Giustizia Amministrativa farà il suo corso ma urgono soluzioni politiche, non “sanatorie” come qualche forza politica afferma, occorrono soluzioni politiche per il ripristino della Giustizia tra il personale della scuola, occorre sopratutto restituire serenità al personale della Scuola, riequilibrando quelle gravi situazioni di iniquità che nel tempo si sono andate a stratificare e a strutturare.
Se è vero che la Scuola italiana necessita di docenti e di DS, è pur vero che necessita di personale discendente da procedure eque e trasparenti.
Certo è che la Scuola non accetterà l’oblio rispetto a un Concorso per la Dirigenza che urla Giustizia e a un precariato usato e poi mandato alle ortiche.
Il Comitato Direzione Scuola chiede al Presidente della Repubblica Mattarella e a tutte le forze politiche in campo, che il futuro Ministro del Miur sia un uomo che viaggi in direzione della Scuola Vera e non verso la Scuola dei proclami di parte.