Ci sarebbero oltre 1.800 insegnanti nelle locali graduatorie, per un centinaio di cattedre disponibili, e ai primi posti in maggioranza sono insegnanti del sud Italia. A detta del provveditore di Treviso, Giorgio Corà, la causa dipende dal fatto che “gli insegnanti meridionali in cerca di lavoro nel fare la richiesta di assegnazione scelgono la provincia nella quale sanno che gli insegnanti in lista hanno meno punti. Matematico il fatto che saltino ai primi posti della graduatoria”.
Il fatto che i docenti meridionali abbiano più punti, dipende, non dal sistema di valutazione, che è uguale in tutto il territorio nazionale, ma dal fatto che “gli insegnanti in attesa puntino ad acquisire nuovi punti con lauree brevi, specializzazioni, altri corsi di formazione che aumentano i crediti. Alle volte basta un punto in più per vincere un posto”.
“Nelle regioni del sud”, dice il provveditore, “molti hanno cercato fin da subito di ottenere un posto da insegnante mentre qui, anche a Treviso, tanti laureati non pensavano subito alla cattedra, la prendevano in considerazione poi. E l’anzianità conta”.
E non c’entra l’assenteismo: “Venendo da più lontano, in caso di assistenza a parenti gli insegnanti del sud hanno tempi più lungi, ma non registriamo casi di assenteismo, se qui vuole arrivare. Il vero problema è semmai un altro: l’invalidità. Abbiamo statisticamente riscontrato che tra nord e sud Italia c’è una differenza di valutazione. L’invalidità che altrove viene valutata oltre il 46% qui spesso viene ampiamente riconsiderata. Se pensa che la soglia di punteggio è 46% capisce qual è il nodo da sciogliere. Solo che qui l’istruzione non c’entra. Sono squilibri che devono essere gestiti dal ministero della Salute”.
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