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Il Quirinale dà il via libera ai decreti di riforma della PA: il testo arriva in G.U.

Il Quirinale ha terminato di porre i suoi rilievi ai decreti di riforma della PA. A comunicarlo sono le agenzie nella serata del 24 giugno: il via libera, scrive l’Ansa, “in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (attesa tra stanotte e domani 25 giugno), spegne anche alcuni scambi accesi che hanno coinvolto, suo malgrado, lo stesso Colle che è stato chiamato ad un intervento di precisazione dopo alcuni articoli di stampa che lo volevano in rotta di collisione con il Governo”.

In effetti, per come si stavano mettendo le cose, per i tempi troppo allungati, si era creato un piccolo giallo. Che imputava il ritardo della firma ai dubbi e all’irritazione di Napolitano per errori e possibili profili di incostituzionalità. “Ricostruzioni comunque smentite. Resta il fatto degli undici giorni e dello spacchettamento del provvedimento a fotografare un percorso ad ostacoli sulla via Colle-Palazzo Chigi dei decreti”.

Così, dopo undici giorni dall’approvazione da parte del consiglio dei ministri e le polemiche che si sono rincorse sul fronte politico, è arrivata la firma di Napolitano. Che la ‘telenovela’ potesse avere il suo epilogo lo aveva fatto intendere, nella stessa giornata, il sottosegretario Graziano Delrio, assicurando che “è tutto finito, tutto a posto. Le cose sono andate avanti e al momento non c’è nessun problema”.

Quanto ai contenuti, sempre in attesa della Gazzetta Ufficiale, e di comprendere quanto lavoro di limatura è stato compiuto, dovrebbero essere confermati lo stop al trattenimento in servizio per i magistrati oltre i 70 anni (misura ammorbidita nelle ultime bozze), applicando il periodo di transizione (dal 31 ottobre 2014 previsto per lo stop per il resto dei dipendenti della P.a. fino al 31 dicembre 2015, forse al 2016) a tutte le toghe, non solo a quelle nelle posizioni apicali, e comprendendo anche militari e avvocati dello Stato.

Per quanto riguarda la riforma della P.A. in senso stretto, il decreto approvato punterà innanzitutto al ricambio generazionale, la cosiddetta ‘staffetta’: attraverso l’abolizione del trattenimento in servizio (della possibilità cioè di restare al lavoro oltre l’età di pensione) che libererà 15 mila posti per i giovani, come già annunciato dal premier Matteo Renzi e dal ministro della Pa, Marianna Madia.

Confermata anche la novità sulla mobilità per gli ‘statali’ (volontaria e obbligatoria fino a 50 chilometri) e sui dirigenti: rumors delle ultime ore darebbero anche la scuola coinvolta in questo processo di riforma. Come rimane in piedi il dimezzamento del monte ore dei distacchi e permessi sindacali: si partirà subito, già dal prossimo primo agosto o, al massimo, dal mese successivo. Per saperne di più, però, stavolta bisognerà davvero attendere poche ore.

Alessandro Giuliani

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