Il Corriere della Sera racconta l’European youth summit che si è appena tenuto a Budapest. 62 ragazzi, dai 13 ai 20 anni, provenienti da 20 nazioni diverse, hanno partecipato al raduno: “Faccio lo scientifico in un liceo piuttosto competitivo, mi trovo bene. Alle medie invece è stato più complicato. Forse ero io che mettevo in discussione gli insegnanti e questo creava molto imbarazzo. Il rischio più grande è quello di sentirsi diversi. E può capitare molto spesso. Il rischio più grande è quello di sentirsi diversi. E può capitare molto spesso”, racconta Marco, 16 anni, dotato di un talento fuori dal comune, bravo in inglese e spagnolo, amante delle scienze e della letture. Nella settimana appena trascorsa lui e tanti altri hanno partecipato a dibattiti e laboratori, realizzando una app per aiutare chi ha disabilità motorie.
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“Avere talento, troppo talento, può essere un problema. È importante che questi adolescenti possano incontrarsi tra di loro, condividere esperienze, sviluppare le proprie potenzialità”, spiega a Repubblica la psicologa Anna Maria Roncoroni. “È in genere tra la fine delle elementari e l’inizio delle medie che un piccolo talento diventa riconoscibile. “Temo che alla fine del liceo possa essere tardi. Rischiamo di lasciare per strada talenti non valorizzato” – aggiunge -. Moltissimi paesi hanno programmi speciali per questi ragazzi. L’Italia è abbastanza in ritardo da questo punto di vista. In Israele i bambini fra 7 e 9 anni vengono sottoposti a test sia linguistici che matematici. Anche in Gran Bretagna la selezione avviene presto. Olanda, Germania e Austria hanno delle scuole ad hoc, o delle sezioni speciali all’interno delle scuole normali. A questi ragazzi viene consentito, per esempio, di seguire materie nelle classi superiori. In Italia questo viene permesso a volte, grazie alle regole sull’autonomia scolastica, quando uno stesso istituto ospita elementari e medie. Ma poi ci si scontra con il tetto delle superiori. Un ragazzo dotato dovrebbe avere la possibilità di accedere all’università dopo 11 anni di studio, saltando un paio di classi, e dovrebbe avere la possibilità di laurearsi prima del tempo. Il modello cui penso è un po’ quello dei vecchi conservatori, in cui il percorso era flessibile e si adattava alle capacità dello studente, rendendo possibile diplomarsi a 14 anni”.
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