In questi giorni l’opinione pubblica sta riflettendo sul bullismo in seguito al caso del ragazzo di quindici anni di Senigallia, vittima di vessazioni da parte di compagni, che si è tolto la vita con la pistola del padre. A dire la sua anche la cantante Arisa.
Quest’ultima, a Il Corriere della Sera, ha raccontato di essere stata anche lei vittima dei bulli a scuola. La 42enne ha scritto una canzone contro questo odioso fenomeno, il cui video è stato girato in un liceo di Milano, colonna sonora del film sul “ragazzo con i pantaloni rosa”, altro suicida a causa del bullismo.
Arisa e le mamme delle vittime di bullismo
“È capitato anche a me, non scendo nei dettagli di una vicenda molto personale. Ognuno reagisce a proprio modo, dipende dalla sensibilità. Non ci sono casi più o meno gravi, non c’è un margine entro cui è accettabile svilire una persona. Il rispetto deve entrare nella cultura quotidiana: purtroppo siamo ancora lontani dall’obiettivo”, ha detto la cantante.
“Mettiamocelo in testa – ripete Arisa – queste cose capitano e non sono rare”, ha aggiunto, commentando il caso di Senigallia avvenuto due giorni dopo la pubblicazione della canzone, che si intitola “Canta ancora“. “Quando ho letto la sceneggiatura del film ciò che più mi ha colpito è immaginarti madre, a come puoi stare quando sai che tuo figlio certi posti li deve frequentare, certe persone le deve incontrare. Io canto e penso a tutte le mamme che farebbero qualsiasi cosa per proteggere i figli, eppure in certi momenti sono impotenti di fronte all’odio e all’ignoranza. Quando noi stessi giudichiamo fermiamoci un attimo e riflettiamo: se lo facessero con me? Se lo facessero con mio figlio?”.
“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, la storia
“Il ragazzo dai pantaloni rosa” è la pellicola, presentata a luglio al Giffoni Film Festival e nelle sale da pochi giorni, sul giovane che nel 2012 si tolse la vita a 15 anni dopo essere stato vittima di cyberbullismo a causa del suo orientamento sessuale.
“Il ragazzo con i pantaloni rosa” è il nome del gruppo Facebook creato dai ragazzi che vessavano il giovane, solo perché un giorno li aveva indossati per andare a scuola. La madre aveva lavato i pantaloni rossi che aveva regalato al figlio, la stoffa si era stinta, erano diventati rosa ma lui li aveva messi lo stesso.
La madre, insignita del titolo di Cavaliere dal presidente Mattarella, come riporta La Repubblica, dopo il tragico fatto ha iniziato a girare nelle scuole per sensibilizzare contro il bullismo. Il film, in cui è interpretata da Claudia Pandolfi, è uscito in sala il dieci ottobre. La madre sostiene che quel che ha ucciso suo figlio è il silenzio: degli insegnanti, della classe, il suo.