In questi giorni si sta parlando moltissimo di Andrea Spezzacatena, il “ragazzo dai pantaloni rosa”, il giovane che si è tolto la vita ad appena 15 anni nel 2012 dopo essere stato vittima di vessazioni. La scorsa settimana è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma il film omonimo sulla sua storia, con la madre dello studente, Teresa Manes, interpretata da Claudia Pandolfi.
Le due donne sono state intervistate insieme dalla rivista Vanity Fair. “Il bullismo è una piaga sociale, riguarda tutti. Questo film lo farò vedere anche al più piccolo dei miei figli e dovrebbero vederlo anche i genitori, anzi andrebbe aggiunto al corso pre-parto. Bisognerebbe capire subito cosa può succedere. Raccontare la storia di Andrea è un dovere”, ha detto l’attrice, mamma di un figlio di otto anni e uno di diciassette.
Ecco le parole della mamma: “Di sicuro avrò commesso diversi errori con lui, ma non quello di fargli indossare i pantaloni rosa. Sono stata additata anche per avergli permesso di mettere lo smalto, ma non ho mai capito perché averlo educato al rispetto delle libertà personali dovesse diventare una mia colpa”.
“L’unica cosa da fare è educare bene i nostri figli. Io cerco di controllarli il più possibile e provo a dare il buon esempio, non accetto alcun tipo di atteggiamento violento nemmeno nel mio ambiente di lavoro. La scuola è il campo di battaglia, ma i ragazzi devi mandarli in classe armati dei giusti sentimenti, non certo di prepotenza”, ha concluso Pandolfi parlando della piaga del bullismo.
Nel frattempo attorno al film c’è un polverone: alla presentazione Roma ci sono state urla insieme ad insulti e commenti omofobi e di cattivo gusto da parte degli studenti.
A intervenire sull’accaduto è stato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che in un post su X ha dichiarato: “Ho sentito la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, dr. Anna Paola Sabatini, e ho chiesto di attivarsi per conoscere chi siano i responsabili di questi comportamenti vigliacchi e squallidi. Rinnovo la mia vicinanza e solidarietà alla mamma di Andrea. Il bullismo va contrastato con la massima severità. Appena saranno noti i nomi dei responsabili, andrò nella loro scuola perché voglio incontrarli personalmente”.
Qualche giorno dopo anche dei genitori di una scuola media di Treviso hanno avuto da ridire sulla proiezione della pellicola, sostenendo che la sua visione avrebbe potuto avere influssi “negativi” sui loro figli.
La proiezione dell’opera era prevista il 4 novembre, e l’istituto aveva già prenotato i posti per gli studenti. Alcune famiglie hanno però chiesto alla dirigente di evitare la partecipazione dei ragazzi. La preside della scuola ha accolto la richiesta, pur precisando che la proiezione è stata solo temporaneamente sospesa.
Secondo il sindaco di Treviso, Mario Conte, con la mancata visione del film si è “persa un’occasione di approfondire e conoscere meglio temi che sono vere piaghe della nostra società”.
“Un elemento importante di questa storia è il silenzio, prima di tutto quello di Andrea che non ha voluto spiegare a sua mamma ciò che era successo. Anche se avevano un rapporto bellissimo, di grande gioia e empatia. Da fuori sembrava tutto normale ma c’era qualcosa che si è radicato sempre più nel profondo”, ha detto giorni fa l’attrice.
“Un gorgo che ha risucchiato Andrea. La madre aveva voluto la password del profilo del figlio non per mancanza di fiducia, ma perché è giusto che alcune cose vengano controllate da lontano, rimanendo un po’ borderline nella storia dei nostri figli. È una cosa che tento di fare con mio figlio, ci riguarda molto da vicino se siamo mamme. Grazie a questo ha scoperto l’insospettabile, la derisione totale del figlio che aveva l’unica colpa di essere colorato”, ha spiegato la Pandolfi, prima di raccontare di aver scoperto che suo figlio avesse avuto atteggiamenti da bullo.
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