In questi giorni si è parlato molto del film “Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa“, basato sulla storia vera di Andrea Spezzacatena, il ragazzo che nel 2012 si è tolto la vita a quindici anni perché vittima di bullismo a scuola. I bulli lo hanno preso in giro a causa del suo pantalone rosa, tanto da creare un gruppo apposito su Facebook per insultarlo.
La madre, Teresa Manes, dal momento della morte del figlio ha iniziato a battersi contro bullismo e cyberbullismo, diffondendo la sua storia con un libro e poi, appunto, con una pellicola uscita al cinema lo scorso 7 novembre. Nel film viene interpretata dall’attrice Claudia Pandolfi.
Quest’ultima, qualche giorno fa, su Instagram, ha pubblicato un video in cui si è mostrata in lacrime, nel bel mezzo di una crisi di pianto, proprio “a causa” del film. Ecco le sue parole: “Non ho mai parlato in questa maniera alle persone che mi seguono su un social, c’è sempre stato un bel distacco da parte mia. Sto leggendo così tanti messaggi da parte vostra che siete andati a vedere ‘Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa‘ e sto leggendo così tanta gratitudine mista a dolore. Mi dispiace che vi accadano cose così sgradevoli e mi dispiace che abbiate dovuto affrontare tanto dolore nella vita. Io piango però volevo soltanto dirvi che mi dispiace e grazie per quello che scrivete”.
Come sappiamo attorno al film c’è stato un polverone: alla presentazione a Roma ci sono state urla insieme ad insulti e commenti omofobi e di cattivo gusto da parte degli studenti.
A intervenire sull’accaduto è stato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che in un post su X ha dichiarato: “Ho sentito la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, dr. Anna Paola Sabatini, e ho chiesto di attivarsi per conoscere chi siano i responsabili di questi comportamenti vigliacchi e squallidi. Rinnovo la mia vicinanza e solidarietà alla mamma di Andrea. Il bullismo va contrastato con la massima severità. Appena saranno noti i nomi dei responsabili, andrò nella loro scuola perché voglio incontrarli personalmente”.
Qualche giorno dopo anche dei genitori di una scuola media di Treviso hanno avuto da ridire sulla proiezione della pellicola, sostenendo che la sua visione avrebbe potuto avere influssi “negativi” sui loro figli. Poi l’istituto ha cambiato idea:
I docenti hanno visto il film preventivamente: “I genitori in quell’occasione hanno parlato coi docenti chiedendo informazioni sul film e sul fatto che i professori lo avessero già visto – spiega la preside – lo spostamento di data nasce da lì, dall’opportunità di fare un passaggio preventivo. Forse si sono capiti male con i referenti del cinema, non avevamo intenzione di disdire totalmente ma di fare un passaggio prima noi, vista la richiesta dei genitori”.
“La perplessità dei genitori c’era – aggiunge – ma si fidano della scuola, hanno quindi chiesto ai docenti di vagliare personalmente il progetto didattico per quell’occasione. Così è stato fatto. Mi sembrano tutte posizioni legittime”. “Se non lo proietteranno le scuole, lo farà il Comune”, aveva detto il sindaco di Treviso Mario Conte, augurandosi il dietrofront dei dirigenti e dei genitori contrari alla visione del film da parte dei ragazzi. A quanto pare non sarà più necessario.
Nel frattempo, come riporta Ansa, il protagonista del film, che interpreta Andrea, Samuele Carrino, ha incontrato a Lecce il movimento Mabasta, che da 8 anni si recano nelle classi in tutta Italia a rendere gli studenti stessi, attraverso l’applicazione del Modello Mabasta, protagonisti attivi nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di bullismo.
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