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“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, perché un film sull’omofobia non può essere visto a scuola?

C’è un gran parlare del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa“: la pellicola di Margherita Ferri, presentata alla Festa del Cinema di Roma lo scorso 24 ottobre, è tratta dal romanzo autobiografico di Teresa Manes, la madre di Andrea Spezzacatena, lo studente 15enne del liceo Cavour di Roma, vittima di bullismo e cyberbullismo, che nel novembre del 2012 si tolse la vita.

Già la presentazione della vera storia non è andata benissimo: più di qualche studente presente in platea frequentante gli istituti romani ha espresso commenti omofobici.

La stessa Teresa Manes ha segnalato con un post sui social: “*Froxio, *Ma quando s’ammaxxa, *Gay di mxxxa sono solo alcuni degli insulti rivolti a mio figlio. Ancora oggi, 12 anni dopo. Ancora oggi, anche se morto”, aveva scritto.

Qualche giorno dopo anche dei genitori di una scuola media di Treviso hanno avuto da ridire sulla proiezione della pellicola, sostenendo che la sua visione avrebbe potuto avere influssi “negativi” sui loro figli.

La proiezione dell’opera, che vede Claudia Pandolfi nei panni della madre, era prevista il 4 novembre, e l’istituto aveva già prenotato i posti per gli studenti. Alcune famiglie hanno però chiesto alla dirigente di evitare la partecipazione dei ragazzi. La preside della scuola ha accolto la richiesta, pur precisando che la proiezione è stata solo temporaneamente sospesa.

Secondo il sindaco di Treviso, Mario Conte, con la mancata visione del film si è “persa un’occasione di approfondire e conoscere meglio temi che sono vere piaghe della nostra società”.

Del resto, la visione del film ripresa da un fatto reale, con risvolti anche drammatici e che fanno riflettere sulla crudeltà umana, perché non dovrebbe essere adatto a dei giovani che frequentano la scuola secondaria?

“Evitare di confrontarsi su questi argomenti – ha affermato Conte – non credo sia la soluzione. Omofobia, depressione, suicidi sono, ahimè, molto attuali nella società. Dispiace quello che è successo a Treviso, ma preoccupano anche le reazioni omofobe di Roma: due situazioni che devono far riflettere tutta la nostra comunità”.

In precedenza, anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, aveva preso le distanze dalle reazioni avverse e stizzite contro i contenuti del film: l’episodio romano ha “commosso e indignato” il titolare del Mim, che ha chiesto all’Ufficio scolastico regionale di “attivarsi per individuare i responsabili degli atti di volgare inciviltà” avvenuti in platea a Roma.

“Voglio incontrarli e guardarli negli occhi. Mi auguro ci siano da parte delle scuole sanzioni severe nei loro confronti. Mi chiedo come sia possibile questa disumanità, il non avere neanche la compassione di sentire il dolore dell’altro, il dolore di una madre, il dolore di quel povero ragazzo”, ha detto ancora il numero uno del dicastero bianco.

Alessandro Giuliani

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