Una tragedia immane che è diventata film: si intitola “Il ragazzo dai pantaloni rosa” la pellicola, sul giovane che nel 2012 si tolse la vita 15 anni dopo essere stato vittima di cyberbullismo a causa del suo orientamento sessuale.
“Il ragazzo con i pantaloni rosa” è il nome del gruppo Facebook creato dai ragazzi che vessavano il giovane, solo perché un giorno li aveva indossati per andare a scuola. La madre aveva lavato i pantaloni rossi che aveva regalato al figlio, la stoffa si era stinta, erano diventati rosa ma lui li aveva messi lo stesso.
La madre, insignita del titolo di Cavaliere dal presidente Mattarella, dopo il tragico fatto ha iniziato a girare nelle scuole per sensibilizzare contro il bullismo; sostiene che quel che ha ucciso suo figlio è il silenzio: degli insegnanti, della classe, il suo.
Purtroppo ci sono polemiche relative alla visione del film da parte degli alunni nel corso della presentazione ufficiale. Pare infatti, come denuncia un giornalista e blogger su X, che durante la visione del film in Sala Sinopoli a Roma da parte di studenti, questi ultimi non abbiano compreso lo spirito del film, anzi. Ci sarebbero stati gridolini, risatine, insulti omofobi. “Continui e gratuiti applausi di scherno, fischi, ululati, risatine, chi gridava “fr*cio”, chi “ma questo quanno s’ammazza”, davanti ad un film che parlava proprio di bullismo, tratto da una storia vera, di un 14enne che si é suicidato”.
Qualche giorno dopo anche dei genitori di una scuola media di Treviso hanno avuto da ridire sulla proiezione della pellicola, sostenendo che la sua visione avrebbe potuto avere influssi “negativi” sui loro figli.
La proiezione dell’opera, che vede Claudia Pandolfi nei panni della madre, era prevista il 4 novembre, e l’istituto aveva già prenotato i posti per gli studenti. Alcune famiglie hanno però chiesto alla dirigente di evitare la partecipazione dei ragazzi. La preside della scuola ha accolto la richiesta, pur precisando che la proiezione è stata solo temporaneamente sospesa.
Teresa Manes, ha commentato: “A me fa paura che la scuola, di fronte all’opposizione di due o tre genitori, abbia deciso di fare un passo indietro. Di questo ho avuto notizia subito, perché c’erano altri genitori, favorevoli alla proiezione, che mi hanno contattato. Serve coraggio, se vuoi affrontare il problema, non basta aderire in maniera generica alle giornate anti-bullismo senza mettere in atto un lavoro profondo”.
Qualche settimana fa un nuovo tragico episodio, legato al bullismo. A Senigallia, un giovane di 15 anni, Leonardo, stanco delle continue vessazioni di cui era vittima in classe, si è tolto la vita, utilizzando una pistola. “Negli ultimi giorni il ragazzo era costantemente con le auricolari nelle orecchie. Nessun docente gli ha mai messo una nota o segnalato la cosa ai genitori. Non si è ucciso per un quattro e mezzo scuola: non ha mai saputo di averlo preso. C’è stato un assenteismo totale di calore nei confronti dei genitori. I docenti minacciano azioni legali per aver diffamato la scuola. Alcuni studenti considerati responsabili dopo quanto accaduto hanno pubblicato video su TikTok con faccine che ridono. Non parliamo di bambini ma di ragazzi grandi”, queste le parole della legale della famiglia.
Del delicato tema del bullismo, legato ai recenti fatti di cronaca e alla proiezione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” abbiamo parlato nel corso della diretta della Tecnica della Scuola di oggi, mercoledì 30 ottobre, alle ore 16,00. Ospiti la docente e scrittrice Stefania Auci, il direttore del portale Skuola.net Daniele Grassucci e il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani. Diretta visibile sui canali social, Facebook e YouTube, della nostra testata.
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