Il Rav… visto da noi insegnanti

Giugno 2015: un altro anno scolastico volge al termine. Niente di nuovo se non fosse per il RAV e per il caldo opprimente, scopriremo solo dopo che questa sarà la seconda estate più calda degli ultimi 30 anni.

Scatta per il gruppo di autovalutazione, con investitura ufficiale del collegio docenti, l’operazione di completamento e chiusura del rapporto di autovalutazione entro la fine di luglio.

Nella sala riunioni , intorno al tavolo, subito emergono le solite criticità: perché realizzare il tutto se siamo malpagati – lo dice pure il Papa – e non considerati? Ne vale la pena?

Dopo le iniziali battute prevale, però ancora una volta, la voglia di continuare a crederci, di non mollare nonostante tutto.

Allora il gruppo, armato di ventaglio e forte motivazion , procede in azione sinergica con il Ds. Ci si rende subito conto che il RAV non è e non deve essere un adempimento formale: usato in modo appropriato ci sembra davvero lo strumento in grado di esprimere la capacità di una scuola di compiere un’autentica autoanalisi dei propri punti di forza e di debolezza alla luce di dati comparabili.

La consapevolezza del pensiero emerge perché il team di lavoro del GAV proviene da un’esperienza decennale di autovalutazione dell’ istituto che ha implementato e sviluppato un Sistema Gestione Qualità certificato ISO 9001.

In particolare, partendo da un’analisi attenta del funzionamento della scuola, sono state individuate quelle attività caratterizzanti il servizio fornito, analizzati i metodi migliori per il loro corretto svolgimento e infine sono stati codificati in procedure.

L’Istituto ha identificato i processi principali e di supporto, ha definito la mission, le priorità e una serie di strategie ed azioni di miglioramento condividendole con la comunità scolastica. Sono state previste forme di controllo strategico o di monitoraggio dell’azione per riorientare le strategie e riprogettare le azioni. Vengono, poi, ogni anno somministrati a docenti, alunni, genitori e personale Ata questionari di soddisfazione. Infine, per stabilire l’adeguatezza e l’efficacia del proprio Sistema e per individuare possibili miglioramenti, si raccolgono ed analizzano una serie di Indicatori della Qualità.

In questo contesto e con quel bagaglio a mano è cresciuta in noi la convinzione di essere sulla strada giusta per realizzare un vero processo di miglioramento con la messa in relazione degli esiti di apprendimento degli alunni ai processi organizzativo-didattici, all’interno del contesto socio-culturale di appartenenza. In effetti c’è sembrato di chiudere il cerchio!

Certo il percorso intrapreso è stato faticoso, non sempre lineare, con continui ed accesi dibattiti e siamo solo all’inizio.

Non sappiamo se il RAV sia lo strumento migliore. E’ sicuramente perfettibile ma soprattutto è un buon punto di partenza che permetterà alle scuole “più esperte” o “meno esperte“ di uscire dall’autoreferenzialità, di abbandonare il proprio orticello, facendo entrare nella cultura dell’organizzazione la valutazione come valore condiviso perché il successo dell’operazione non sia il successo solo di alcuni ma dell’intera comunità educante che se n’è fatta carico.

I lettori ci scrivono

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