Si chiama Matteo Salvo il personaggio intervistato questa settimana dalla Tecnica della Scuola. È davvero tutto da scoprire.
Si tratta, infatti, di un campione di memoria, detentore del titolo di Guinness World Records Memory Man, ma anche del fondatore e direttore generale della scuola di apprendimento “Mind Performance”, a Torino.
Salvo è poi un triatleta: ha portato a termine diversi Iron Man, ultra maratone in montagna di 330 chilometri (“Tor des Geants”) e gare in bici di oltre 600 chilometri (Ironbike).
Ma quel che più interessa a docenti e studenti, è che questo signore è anche il primo e unico Senior Trainer in Europa certificato per insegnare le Mappe Mentali, su “incarico” di Tony Buzan, inventore delle stesse e autore di riferimento a livello mondiale per la mente, la capacità creativa e l’apprendimento.
Di recente, Salvo ha pubblicato il testo “Studiare è un Gioco da Ragazzi”, il metodo rivoluzionario per fare i compiti in modo efficace e veloce” (di cui vi forniamo l’anteprima nella sezione CORRELATI).
Dottor Salvo, come preferisce essere definito? Un recordman? Un inventore? Oppure un cultore del corpo e della mente?
Mi piace definirmi un cultore del benessere psico-fisico, il mio motto è “mens sana in corpore sano”. Perchè amo puntare all’eccellenza in ogni campo, sia mentale che fisico e mettermi sempre alla prova affrontando gare estreme. Per questo ho partecipato ai Campionati di Memoria di Londra del 2013 e sono stato il primo italiano a conquistare il titolo di International Master of Memory, un riconoscimento molto ambito: lo vincono solo gli atleti della mente che durante il campionato riescono a memorizzare 1 mazzo da 52 carte sotto i 2 minuti di tempo, almeno 10 mazzi di carte sotto i 60 minuti di tempo massimo ed un numero lungo almeno 1.000 cifre sotto i 60 minuti di tempo senza commettere errori.
Tra le sue iniziative, c’è una scuola di apprendimento: può dirci quali sono gli aspetti innovativi che insegna rispetto alle tecniche tradizionali?
Ho fondato la scuola Mind Performance per offrire un metodo di insegnamento innovativo, al passo con le esigenze degli studenti, ma anche di tutte le persone che desiderano mettere il turbo alla propria mente in modo semplice ed efficace. Alla base del mio metodo c’è un sistema di apprendimento imprescindibile: proprio come le regole che dobbiamo mettere in pratica quando guidiamo la macchina, anche nello studio bisogna seguire una serie di passaggi e conoscere tecniche fondamentali, che sfortunatamente non vengono insegnate a scuola.
Di recente, ha pubblicato un libro sulle mappe mentali: cosa sono?
Una mappa mentale è una rappresentazione grafica del nostro pensiero, inteso come informazione o insieme di concetti che vogliamo comprendere o elaborare. La rappresentazione in questo caso risulterà estremamente chiara, vivace, attraente e vi saranno riportati soltanto i punti chiave. In questo modo la mente non dovrà più districarsi in mezzo alle centinaia di parole che servono per rendere più comprensibili i concetti.
Quindi servono a migliorare l’apprendimento?
Le mappe mentali sono una delle tecniche di apprendimento e hanno diverse applicazioni per studenti, manager, professionisti. Per iniziare a disegnare la mappa mentale sarà indispensabile identificare un nucleo, o concetto chiave, che verrà abbinato ad un’immagine per favorire associazioni creative e collocato al centro del foglio. Il fulcro concettuale della mappa verrà poi sviluppato e schematizzato grazie all’inserimento di ‘rami’, che partiranno dal nucleo centrale e saranno colorati e curvi, associati a parole chiave e organizzati in senso orario.
Nell’apprendimento, quindi, hanno allora un ruolo chiave anche schemi e colori?
Certamente, se dovrete rappresentare una lista di argomenti, sarà consigliabile utilizzare immagini e disegni al posto dei punti elenco per schematizzare i concetti chiave. E ancora: la scelta dei colori per rappresentare rami o concetti specifici attiverà maggiormente l’apprendimento e la rievocazione dei contenuti.
Lei realizza anche corsi di “memoria prodigiosa”: quanto aiutano a ‘fissare’ i concetti?
Molte volte il nome “memoria prodigiosa” trae in inganno: le persone pensano che sia un corso di memoria, ma è un corso che si basa sullo stesso sistema di cui parlavo sopra e fornisce diversi strumenti di apprendimento. La memorizzazione è solo una delle sue parti, ma essendo così difficile, è quella sulla quale il corso si focalizza sempre molto.
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Per uno studente, la memoria è fondamentale?
La memoria è una risorsa preziosa per gli studenti ed una mente efficiente e lucida è un potente strumento di successo nell’apprendimento. Durante il mio corso di ‘memoria prodigiosa’ insegno agli studenti come ricordare facilmente formule matematiche e chimiche, termini astratti e scientifici, date e numerose sequenze di informazioni o liste grazie alle tecniche di memoria, metodi scientifici studiati per immagazzinare qualsiasi tipo di informazione e fissarla nella nostra memoria a lungo termine, potenziando la capacità di apprendimento. Le tecniche di memoria non servono solo a vincere gare: fanno davvero la differenza ogni giorno, sia che si tratti di imparare una lingua straniera, sia che si parli di dimezzare le ore di studio ottimizzando i risultati.
Può fare qualche esempio ai nostri lettori?
Fra le tecniche più utilizzate spiccano ad esempio la regola del P.A.V. (Paradosso, Azione, Vivido), che abbina il ricordo ad un patrimonio emotivo “speciale”, inconsueto, multisensoriale, che esce fuori dall’ordinario ed è quindi facile da rievocare mentalmente. Facendo leva sul paradosso, questa regola aiuta a memorizzare anche i dati più complessi.
Ma i dati più complessi sono anche i più difficili da memorizzare?
No, è molto più facile ricordare una balena piccola come un pesce rosso, magari nell’acquario di casa, con i cacciatori in miniatura che cercano di catturarla e lei che spruzza acqua dalla schiena, piuttosto che una balena normale. “Più le associazioni sono bizzarre, strane o divertenti più coinvolgiamo la memoria emotiva e di conseguenza quella a lungo termine”, suggerisce il Memory Man. E ancora: i loci ciceroniani, che sono una vera e propria libreria mentale, che possiamo creare sfruttando la potenza della memoria visiva per abbinare le immagini a sequenze di numeri o elenchi lunghissimi di informazioni quali ad esempio l’esatta sequenza delle ossa del corpo umano piuttosto che i fiumi d’Europa ricordandoli in ordine di lunghezza.
Vale anche per fare proprie i testi più ostici?
Le parole più complesse e astratte andranno divise in immagini concrete, che verranno associate nell’ordine in cui compaiono. Ad esempio, per la parola determinazione, potrò pensare al DETERsivo che si è rovesciato in cucina e che ora MINA e lo ZIONE stanno pulendo.
Da che età si può iniziare ad “allenare” la mente con le sue tecniche?
E’ difficile stabilire un’età a partire dalla quale i bambini siano pronti a recepire le tecniche di memoria. Dipende dalle attitudini personali, ma anche dalla motivazione del bambino ad apprendere questi metodi. Posso dire però, in base alla mia esperienza di docente, che i bambini sono già molto ricettivi a partire dalle prime classi della scuola elementare. Ad esempio, gli allievi dei MemoKid Camp, i miei corsi di alta formazione a misura di bambino, coinvolgono classi di studenti di età compresa fra gli 8 ed i 13 anni.
E sul problem solving: quali sono le varianti rispetto alle tecniche tradizionali?
Questa è una tematica che riguarda in prevalenza le aziende, sempre alla ricerca di soluzioni critiche e di specifiche tecniche per agevolare il processo di problem solving. Ed è proprio ai manager che rivolgo le mie lezioni per l’uso della creatività nel brain storming e la creazione di mappe mentali efficaci nella fase di soluzione del problema, le cosiddette “solution maps”. A questo proposito, ci tengo a ricordare che sono il primo e unico Senior Trainer in Europa certificato per insegnare le Mappe Mentali direttamente da Tony Buzan, inventore delle stesse e autore di riferimento a livello mondiale per la mente, la capacità creativa e l’apprendimento.
Possono essere utili anche agli insegnanti?
Assolutamente sì. Spiegare attraverso tecniche e mappe mentali consente agli allievi di interiorizzare meglio i concetti e di andare a casa sapendo già tutto. E’ un approccio completamente diverso all’insegnamento, ecco perché sempre più insegnanti partecipano ai miei corsi.
L’ultima domanda è sull’aspetto emotivo: quanto conta nell’apprendimento?
La nostra memoria emotiva è molto potente, perché crea un coinvolgimento attivo del soggetto nel processo di apprendimento e di rielaborazione delle informazioni, fissando i contenuti in memoria anche nel lungo termine. Ad esempio, sfruttando la capacità della mente di creare immagini e associazioni, l’apprendimento diventa ancora più efficace nel lungo termine, con il risultato di una prestazione migliore e un risparmio notevole di tempo. Perché le mappe mentali, che richiedono al soggetto di organizzare e disegnare in modo creativo nozioni e informazioni, scegliendo colori, immagini e parole chiave in modo personalizzato, sono una delle tecniche più efficaci per favorire il ricordo.
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