Il Consiglio dei ministri, dopo un confronto di quasi quattro ore, ha approvato il testo mutato del Recovery plan, registrando l’astensione delle due ministre di Iv, Elena Bonetti e Teresa Bellanova. A questo punto, il governo Conte bis è appeso ad un filo. L’impressione è che tra poche ore si spezzerà. Perché Italia Viva è sempre più pronta a lasciare. E a quel punto almeno in Senato la maggioranza non sarebbe di sicuro più tale.
“Passi fatti in avanti” ne sono stati fatti, ammettono dal partito degli ex dem, ma “con modifiche che sono il risultato delle insistenze rimaste a lungo pressoché isolate del partito di Matteo Renzi”.
Secondo il partito di Renzi “rimangono troppe le criticità in un testo giudicato in drammatico ritardo sulle urgenze del Paese”.
A pesare di più è la mancanza di adesione al Mes, che Italia Viva ha giudicato “incomprensibile”. Ma c’è dell’altro: per Iv non sarebbe “ancora non altezza la parte sulle infrastrutture e il turismo, così pure quella sul sistema agroalimentare, scandalosamente inferiore all’1% delle risorse complessive. E non è vero, fanno sapere dal Ministero della Famiglia, che ci sono più soldi per le donne e per le famiglie”.
Anche il leader Matteo Renzi ammette i passi avanti. Intervenuto a Cartabianca, su Rai Tre, l’ex premier ha detto che “il Recovery plan è già migliorato e lo stanno riconoscendo tutti. Un mese fa tutti ci davano degli irresponsabili e sfasciacarrozze. Ora un passo avanti è stato fatto. E’ sufficiente? Vediamo. Io ho l’impressione che manchi una cosa fondamentale che si chiama Mes: Conte non lo vuol prendere per accontentare il M5s”.
Il premier, però, avrebbe invitato Italia Viva a considerare che “il Mes non è ricompreso nel Next Generation e quindi non è questa la sede per affrontare una discussione sul punto”.
Giuseppe Conte ha inoltre “invitato a non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, con “un accostamento che – avrebbe detto – offende la ragione e anche l’etica. Se fosse un problema di finanziamenti – la domanda – come mai allora la Germania pur investendo il doppio sulla sanità di noi si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?”.
Renzi, comunque rimane fermo sulle sue posizioni: “domani (mercoledì 13 gennaio ndr) Conte annuncerà di avere altri parlamentari a suo sostegno”, ha detto.
Comunque sempre “domani mattina decideremo e domani pomeriggio lo diremo in conferenza stampa”.
Il segretario dei Iv ha quindi definito il reddito di cittadinanza “una follia. E ancora: “Stiamo rischiando molto. In un governo che butta via il denaro dei miei figli io non ci sto. Non dico che è stato tutto sbagliato. Su alcune cose chiediamo di migliorare, se si può migliorare stiamo dentro, se non si può migliorare perché si dice che è un governo perfetto, che c’è un modello italiano, no”.
A sentire il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sul Recovery plan italiano c’è stato con i partiti un confronto “molto utile” che “deve proseguire in Parlamento” e in cui “tutti i partiti, anche Italia Viva, hanno portato contributi e osservazioni importanti, che credo siano stati il più possibile tenuti presenti in questa revisione del piano”.
Parlando a Radio Popolare, Gualtieri ha detto di pensare “al rafforzamento complessivo del piano, all’aumento degli investimenti rispetto agli incentivi, al rafforzamento delle risorse per sanità, istruzione, ricerca, alle politiche attive del lavoro, agli interventi per turismo e cultura, temi posti da Italia Viva ma anche da Pd, Leu, Cinque Stelle”.
In effetti, l’Istruzione ha avuto degli incrementi. Resta da capire se in primavera, quando arriveranno, avremo ancora come premier Giuseppe Conte e come ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Nel frattempo, il premier ha annunciato altri due Consigli dei ministri: il primo si terrà la sera di mercoledì 13 e sarà incentrato sul nuovo decreto per le misure anti-Covid.
Giovedì, invece, è previsto un ulteriore Cdm per il nuovo scostamento di bilancio.
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