Sta destando scalpore il regolamento della Scuola Svizzera di via Appiani, a Milano. Gli studenti affetti da disturbi dell’apprendimento e i disabili non sono benvenuti.
Così come riporta La Repubblica, aperta un secolo fa, il 16 maggio scorso ha approvato un nuovo regolamento nel quale, per la prima volta, il Consiglio della scuola introduce una norma destinata a far discutere: “Essendo la Scuola Svizzera impegnativa e multilingue, non è ottimale per studenti affetti da disturbi dell’apprendimento, quali: dislessia, discalculia, Adhs, Sindrome di Asperger, autismo e disturbi comportamentali”.
“Non volevamo essere discriminatori, né escludere nessuno. Volevamo semplicemente avvertire i genitori interessati che il percorso scolastico non è semplice, perché basato sull’insegnamento in più lingue“, ribatte l’avvocato Luca Corabi De Marchi, presidente della Scuola Svizzera, istituto privato non parificato, il cui diploma di maturità è equiparato a quello italiano, tanto da consentire l’accesso alle nostre università e a quelle del resto del mondo.
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Per Corabi De Marchi quello riportato nel regolamento è un “consiglio che si ispira alla cultura protestante da cui veniamo, in cui le cose si dicono chiare. Non vogliamo che si vada tutti avanti e poi, magari, qualcuno cade”.
Il Consiglio della scuola nel regolamento aggiunge anche: “Essendo l’edificio su più livelli, privo di ascensore, non è altresì una scuola adatta a studenti con gravi handicap motori”. Anche per i ragazzi in carrozzina, quindi, è sconsigliata l’iscrizione.
Eppure, sul proprio sito, riporta sempre La Repubblica, la Scuola Svizzera vanta “attrezzature moderne”, precisando di “rivolgere particolare attenzione al costante ammodernamento della struttura e degli arredi”.
Un caso destinato a sollevare un vespaio di polemiche.
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