Il rettore di Catania e il segretario nazionale Flc rispondono al mondo dell’università e dell’Afam

Il Comunicato stampa
Presenti il segretario FLC Catania, Antonella Distefano, il segretario generale CGIL Angelo Villari, i direttori degli istituti di ricerca. “L’istruzione, la conoscenza e la cultura sono gli elementi indispensabili della democrazia e delle Pari opportunità – ha esordito la segretaria Distefano – Termini spesso abusati e utilizzati strumentalmente dai governi passati che sono riusciti ad allargare sempre più il divario sociale. Oggi avvertiamo un timido cambio di passo, e speriamo che i provvedimenti legislativi in discussione in commissione possano rappresentare una nuova stagione”. “La FLC di Catania – ha aggiunto -negli ultimi anni ha ripreso e allargato un discorso con tutte le sue filiere, entrando nel merito delle questioni con determinazione, senso di responsabilità, capacità negoziale ma anche, quando occorre, vertenziale”.
Più di una cinquantina gli interventi di docenti, ricercatori, tecnici amministrativi, precari e non, che hanno rappresentato vecchie e nuove questioni che affliggono il comparto della conoscenza. Madre delle questioni il precariato, piaga trasversale ai tre settori, ma anche la programmazione universitaria, i rapporti fra università e policlinico, non ultimo il disegno di legge sulle nuove norme sulla scuola, gli emendamenti, la legge di stabilità, in questi giorni in discussione in Commissione. Scettico Pantaleo sul dl 104. “Non vedo alcun cambiamento nelle scelte di questo governo rispetto a scelte passate in una sorta di continuità. Sulla programmazione universitaria si fa un ragionamento semplicistico – dice- si dice che ci siano troppe università , non credo, ma si possono migliorare le collaborazioni, l’offerta didattica eliminando le duplicazioni e la messa in comune di servizi. “Nonostante la retorica che pervade la discussione nel paese sull’esigenza dell’innalzamento della formazione e conoscenza, la legge di stabilità non va nella direzione della crescita del territorio e particolare del mezzogiorno”. “Il parlamento ha le sue responsabilità – aggiunge – quando si presentano emendamenti chiesti da questa o quell’altra lobby si crea solo confusione e si danneggia il comparto”. Pantaleo si è riferito all’ultimo emendamento passato oggi sui contratti a progetto che rischia di buttare fuori centinaia di precari dall’università, “Tra qualche mese pezzi di consistenti del sistema universitario – ha detto – saranno ingovernabili, nel nome di una finta meritocrazia le università devono competere tra di loro. Pensate che l’università di Catania potrà competere con il Politecnico di Milano? Impensabile con le risorse che diminuiscono e i costi che aumentano con i precari vittime sacrificali”.
Sull’accorpamento del Policlinico non usa mezzi termini il segretario nazionale. “Io penso che bisogna tornare indietro, non per una logica corporativa ma per un’idea di integrazione tra sistema sanitario e universitario, di difesa di un modello di efficienza e qualità del sistema che così non può essere garantito. Chiediamo che anche a Catania si riveda il protocollo, si apra un tavolo di concertazione per garantire alle persone di rientrare nelle funzioni per le quali sono state assunte nel sistema universitario in una logica che guarda a un miglioramento complessivo”.
“Anche per gli Istituti di ricerca modifichiamo il sistema -ha proseguito – ci sono 18 mila addetti, 12 mila precari frutto di una frammentazione di enti e agenzia che non si parlano che hanno regale diverse. Facciamo una governance, non può esistere un sistema così, dove può accadere di tutto”. Per l’Afam, alta formazione artistica e musicale, e l’istituto musicale Bellini in particolare, tra i migliori a livello nazionale, resta il vulnus della mancata statizzazione.
Il rettore Pignataro ha risposto a questioni precariato, punti organico, turnover e programmazione, “voglio essere chiaro, un volta per tutte -dichiara- non è vero che il rettore non vuole proseguire il processo di stabilizzazione, nulla di più falso, ma può essere proseguito nei limiti delle risorse disponibili e, purtroppo, i numeri sono molto limitati, cercheremo di utilizzare risorse anche degli anni passati. La programmazione triennale -prosegue- consentirà di valutare la continuazione del processo, tiene conto di stime disponibili”.
La questione del policlinico. “Stiamo lavorando nella direzione di rivedere la convenzione con la Regione un punto sia chiaro chiediamo anche alla Regione di assumere delle responsabilità. Se dobbiamo tornare indietro dobbiamo farlo insieme per evitare che le conseguenze non ricadano sul personale e sull’efficienza del sistema”.
Quanto all’organizzazione amministrativa il rettore annuncia che a partire dalla fine di questo mese partirà la programmazione. “Il metodo sarà quello del confronto per la giusta e corretta e valorizzazione del lavoro delle persone – ha affermato- Non sarà un processo repentino perché non ci deve essere solo la voglia di tornare indietro ma l’obiettivo sarà di andare avanti e avere risultati migliorativi in termini di ricerca e didattica”.

Redazione

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