L’Ocse non smette di sottolinearlo, ma anche molti addetti di cose della scuola lo segnalano e di continuo: il Pil italiano resta debole rispetto agli altri paesi dell’Ocse e la produttività di gran lunga inferiore, fino al 70%. Si è inoltre ampliata la forbice nella distribuzione della ricchezza, mentre i tassi di povertà sono aumentati dall’inizio della crisi. Nonostante il miglioramento dell’occupazione registrato nell’ultimo periodo è migliorato, in molti casi si tratta di lavori temporanei o poco qualificati e anche per questo i giovani senza lavoro restano moltissimi.
Cosa fare allora per invertire la tendenza? Non c’è bisogno di particolari stregonerie né di esperti con doti carismatiche i per capirlo.
Potenziare il rapporto fra scuola e lavoro
Invocando un rafforzamento dei recenti meccanismi di reddito minimo l’organizzazione parigina invita il nostro paese a potenziare anche il rapporto tra scuola e lavoro mentre l’inefficienza della pubblica amministrazione e la bassa qualità delle infrastrutture allontanano gli investimenti.
Da qui la raccomandazione dell’Ocse, per il 2019, a razionalizzare le utilities territoriali e aprire i mercati locali alla competizione. Ma anche a migliorare la lotta all’evasione e la digitalizzazione sono gli altri obiettivi, accanto al sostegno di Anpac e Anpal nei rispettivi ambiti di applicazione.