Sul pubblico impiego trova consensi la riduzione dei comparti da 11 a 4: anche i sindacati, convocati per mercoledì 17 dicembre, sembrano essersi rassegnati.
I rappresentanti dei lavoratori e l’Aran torneranno infatti ad incontrarsi la prossima settimana per cercare de definire il tutto, come del resto previsto della Legge 150/2009 sinora mai però applicata.
Ai dipendenti questo passaggio non è di certo indifferente, perchè dal numero dei settori dipende anche quello dei contratti, che nel pubblico impiego sono fermi al 2009. “Non a caso – commenta l’Ansa – l’intesa è preliminare alla riapertura della contrattazione”.
L’impressione è che l’accordo sia vicino. Il 7 dicembre, anche il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha preso atto “delle difficoltà emerse nel proporre una riduzione a tre”, per cui ora, spiega, “un equilibrio si potrebbe trovare con un’ipotesi a quattro” comparti totali. Con la scuola che dovrebbe continuare a mantenere la sua autonomia.
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Ma sulla composizione dei nuovi comparti il numero uno dell’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nelle negoziazioni, non si sbilancia anche se, sottolinea, si potrebbe pensare alla formula “poteri centrali, poteri locali, scuola e sanità“.
A ben vedere, non sembrano esservi preclusioni, da parte dell’Aran, rispetto ad altre combinazioni, tra cui quella che tiene distinto il settore università e ricerca. Probabilmente l’appuntamento del 17 sarà cruciale ma non definitivo.
Ma per il raggiungimento di un accordo si dovrà aspettare ancora, anche perché c’è da trovare un’intesa anche all’interno del fronte sindacale. Quindi à dopo il prossimo incontro i lavori si dovrebbero aggiornare a gennaio. Quando, di lì a poco, potrebbe arrivare la fumata “bianca” sui comparti ridotti. E, a quel punto, ragionare seriamente sul rinnovo dei contratti di ognuno dei neonati nuovi settori pubblici.
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