Con la notizia del rinvio della prova preselettiva del concorso per Dirigente scolastico al 23 luglio, sorge spontaneo domandarsi: come mai? E come mai un altro, ulteriore rinvio, vista pure la urgente necessità di non lasciare moltissime scuole sguarnite, tanto da assegnarle o reggenze o a incarichi temporanei? In altre parole: Sagunto brucia e a Roma si procrastina l’invio di pompieri nella forma del concorso?
A suo tempo avevamo scritto: con ogni probabilità la mancata pubblicazione del bando del bando di concorso è nascosto “nell’ennesimo filone di contenzioso riguardante il concorso per dirigente scolastico, in merito alla procedura di “sanatoria” introdotta nelle legge sulla Buona scuola”.
La legge 107/2015 aveva infatti previsto una procedura riservata rivolta ad alcune categorie di concorrenti delle procedure concorsuali del 2004, 2006 e 2011, al fine di sanare la loro posizione, in seguito alla miriade di contenziosi avviati nel corso degli anni che avevano portato, tra l’altro, alla rinnovazione della procedura svolta in Sicilia nel 2004”.
E a tale proposito avevamo citato il nostro Dino Caudullo che ava seguito la faccenda da un punto di vista legale: “Verrebbe altresì violato anche principio del diritto ad un equo processo, sancito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in quanto il legislatore nazionale è intervenuto adottando una legge a contenuto interpretativo diretta ad influire su di un procedimento giurisdizionale in corso, senza che detto intervento sia sorretto da motivi imperativi di interesse pubblico”.
In pratica, fino a quando non si sanerà il contenzioso di fronte alla Corte Costituzionale sarà difficile che il concorso a dirigente possa avere luogo, anche perché qualora i ricorrenti avessero ragione dovrebbero occupare proprio quei posti che il Miur sta mettendo a concorso, provocando così una di quelle buriane legali dai risvolti disastrosi.
“Nel caso di accoglimento della prima questione di costituzionalità, la procedura riservata verrebbe dichiarata del tutto incostituzionale, con la conseguente inevitabile pronuncia di annullamento della stessa da parte del Consiglio di Stato; nel caso di accoglimento della questione subordinata di costituzionalità, verrebbe di contro aperta la possibilità di partecipazione alla procedura riservata in favore dei soggetti che hanno partecipato al concorso 2011 e che abbiano avviato un contenzioso avverso detta procedura, anche se, a suo tempo non erano risultati né vincitori, né idonei”.
In ultima istanza quindi, ci viene il sospetto che Il Miur, piuttosto che dichiarare quanto più sopra, e cioè che è opportuno attendere quanto la Corte costituzione stabilisce, abbia preferito rimandare le prove preselettive senza alcuna spiegazione credibile, con la quasi certezza (ma vorremmo sbagliarci), che a luglio, se non ci saranno novità sensibili, il concorso verrà ancora rinviato.
Potrebbe pure avviare le prove preselettive, ma ritardandone gli esiti e comunque temporeggiando nell’attesa, se ancora nulla di nuovo c’è sul fronte della sentenza.
Ci vorremmo sbagliare, ma in pentola bolle un contenzioso di cui però l’oblio si sarebbe impossessato, ma che non fa breccia in ogni caso fra i diretti interessati, che sono tanti.
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