Siamo docenti abilitati all’insegnamento e specializzati sul sostegno che hanno intrapreso i percorsi abilitanti da 30CFU (art.13 DPCM 4 agosto 2023) presso le Università accreditate.
Ci troviamo in una situazione di estrema gravità: i suddetti percorsi sono stati attivati dalle singole Università con tempistiche differenti e adesso, in conseguenza della pubblicazione dell’ordinanza n. 88 del 16 maggio che aggiorna le graduatorie per il biennio 2024/2024, solo i docenti più fortunati potranno spendere il titolo di abilitazione come punteggio ulteriore sulla classe di concorso.
Siamo costretti a fronteggiare un vero e proprio colpo basso da parte del Ministero, che già in aprile avrebbe dovuto aprire le procedure per l’aggiornamento della propria posizione in graduatoria.
Se ciò fosse avvenuto, nessun docente avrebbe potuto sommare al punteggio già ottenuto negli anni scolastici precedenti quello derivante dall’abilitazione su altra classe di concorso.
Parimenti, se il Ministero avesse concesso l’opportunità di aggiornare il punteggio a fine giugno, in coincidenza con la conclusione dei percorsi di abilitazione, tutti i docenti che avevano intrapreso questi percorsi avrebbero inserito il titolo culturale.
Il giorno 20 maggio però il Ministero ha emanato un’ordinanza che apre le graduatorie e le chiude il 9 giugno, concedendo così la possibilità di aumentare il punteggio ai corsisti delle università telematiche e di altri atenei statali alcuni dei quali stanno riprogrammando le lezioni e la chiusura del percorso. Si tratta di un punteggio elevatissimo, 24 punti (più eventuali altri 12), pari a 2/3 annualità di servizio, il doppio rispetto a un dottorato.
Allo stato attuale, tutti noi proviamo un forte senso di impotenza e frustrazione, perché non inserendo tale punteggio (pure avendo intrapreso il percorso abilitante come tutti gli altri colleghi) rischiamo di veder scendere rovinosamente la nostra posizione in graduatoria, dopo aver speso denaro e tempo prezioso.
Non ci sono parole per descrivere la scelleratezza di una decisione simile. Rimangono solo la rabbia e la sensazione di venire impunemente calpestati.
Se nulla dovesse cambiare, probabilmente molti di noi sosterranno le prove di esame subito dopo la chiusura dell’aggiornamento GPS con uno scarto di pochi giorni dalla chiusura delle procedure di aggiornamento delle graduatorie, aggiungendo al danno anche l’amarezza.
È un prezzo troppo alto quello che saremmo costretti a pagare, insensato e inaspettato.
Nessuno di noi aveva preso in considerazione una simile ipotesi fino a un paio di settimane fa. Abbiamo investito nel nostro lavoro e abbiamo programmato la nostra vita, non possiamo accettare che tutto venga spazzato via con un colpo di spugna e senza alcuna considerazione.
Simona Giambanco Palermo
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