A sostenere questa ipotesi i parlamentari del Movimento 5 Stelle: “La prima considerazione da fare dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del concorso scuola 2016 è che questa avviene con quasi tre mesi di ritardo rispetto ai termini previsti, che fissavano la data al 1 dicembre. Un fattore tutt’altro che secondario dal momento che questa posticipazione porterà a realizzare le prove orali, come dichiarato anche dal ministro dell’istruzione, non prima del mese di luglio. Queste tempistiche non consentiranno dunque di avere i risultati definitivi della selezione in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico e, dunque, anche per l’anno 2016-2017, tra mobilità dei docenti e procedura del concorso non conclusa, al primo settembre molto probabilmente non avremo tutti i docenti in cattedra. Il solito rischio di una situazione caotica dovuto alla farraginosa macchina decisionale e burocratica italiana”.
“Come abbiamo sempre ribadito poi, il concorso non solo sarà insufficiente a coprire i posti vacanti, in ragione dei pensionamenti e delle supplenze, ma 120 mila insegnanti – due terzi del bacino – saranno tagliati fuori e per loro non è stata prevista alcuna ‘exitstrategy’.
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Aggiungiamo che il bando del concorso potrebbe aprire a un enorme contenzioso giudiziario dovuto a profili di illegittimità. Nella Legge 107 infatti è prevista la valorizzazione dell’abilitazione che, invece, nel bando è richiesta quale requisito di accesso.
In ragione di tutte queste criticità che, nel breve o medio termine verranno inevitabilmente a galla, torniamo a sostenere la necessità di discutere il prima possibile la nostra risoluzione, presentata alla Camera, con la quale chiediamo in primis di avvio a una fase transitoria per assumere gli abilitati esclusi dal prossimo concorso su tutti i posti vacanti, anche al 30 giugno, per i quali sono state assegnate quasi 100 mila supplenze anche quest’anno. In secondo luogo proponiamo al governo di prorogare il limite dei 36 mesi per le supplenze, attualmente previsto per il 1 settembre 2016.
Vogliamo vedere se i partiti ci stanno a discutere la nostra proposta o se si preoccuperanno soltanto di pubblicizzare successi che, alla prova dei fatti, si dimostrano striminziti o inesistenti, rimandando a data da destinarsi i gravi disagi che vive il nostro corpo docente”.