I primi riprendere le attività educative sono gli stessi che le hanno concluse per ultimi: parliamo dei nidi, le strutture comunali che accolgono i bambini fino a tre anni. Un servizio in crescita e fondamentale per lo sviluppo autonomo, ma che in Italia non riesce a decollare, soprattutto al Sud, con oltre un milione di bambini di quella fascia d’eta costretti a rimanere a casa.
In queste strutture, dove la differenza di un solo anno di età dei bimbi frequentanti incide tantissimo sul tipo di gestione, si sta svolgendo la delicata fase di ‘Accoglienza’, nella quale vengono coinvolte anche le famiglie: una fase studiata nei minimi particolari, che vede il coinvolgimento degli educatori assieme ad esperti multidisciplinari.
Riportiamo quella del settimo Municipio di Roma, realizzata dal coordinamento pedagogico delle coordinatrici di nido e infanzia.
Il periodo dedicato all’accoglienza e all’ambientamento non rappresenta solo l’inizio dell’anno scolastico, ma costituisce l’essenza dell’esperienza educativa, delle relazioni: presupposto di tutto il percorso educativo.
Accogliere significa infatti osservare, ascoltare, parlare con i bambini, valorizzare la loro partecipazione alle attività, i loro processi e le loro esperienze, aver cura dei loro oggetti personali.
Accogliere significa creare situazioni di intimità, dare valore alle relazioni e agli affetti, rendendo possibili nella giornata educativa situazioni di piccolo gruppo.
Bambini e genitori, fin dal primo ingresso, percepiscono che il nido è un luogo di vita che si arricchisce dalle diverse esperienze e dalle diverse identità di coloro che lo abitano, che è una comunità educativa ricca di relazioni e di esperienze condivise tra bambini, educatori e genitori. Dentro questa comunità ognuno può riconoscersi e sentirsi riconosciuto.
Ingresso al nido costituisce l’inizio di un nuovo cammino, che vede il bambino affacciarsi alla sua prima esperienza nel sociale, in un nuovo ambiente, in relazione con persone che non appartengono al suo contesto familiare e nel quale si attiva quindi una nuova percezione dell’io. rappresenta dunque un momento delicato ed importante, sia per gli adulti che per i bambini ed in esso si pongono le basi per una fattiva collaborazione nido trattino famiglia, in condizione indispensabile per facilitare il processo di separazione dall’adulto, ed avviare in modo corretto e processo di socializzazione.
E’ dunque necessario che i più piccoli trovino anche all’interno dell’ambiente nido un “ancoraggio” forte all’adulto, simile a quello dell’ambiente familiare, attraverso un’accoglienza personalizzata che tenga conto di vari fattori:
1) tempi di attenzione individuale e gradualità dell’inserimento, secondo i bisogni di ciascuno;
2) presenza di una figura familiare;
3) disposizione di spazi accoglienti e rassicuranti;
4) scelta dei materiali.
Identica attenzione deve essere posta nell’accoglienza delle famiglie, aiutandole a superare positivamente le emozioni legati al distacco, inevitabilmente amplificate se non si ricevono informazioni e rassicurazioni adeguate circa il contesto e le persone che in esso operano.
Per questi motivi il Coordinamento pedagogico territoriale POSES e Funzionari educativi del Municipio VII ha ritenuto che il progetto accoglienza debba articolarsi in diverse fasi, quali:
– accoglienza del nuovo personale;
– riunione del gruppo educativo;
– organizzazione degli spazi e dei materiali;
– verifica del calendario degli inserimenti;
– assemblea dei genitori e dei bambini nuovi iscritti, con la presentazione del gruppo educativo e del funzionario: in questa fase vengono esposte le finalità educative del nido e i regolamenti e sarà trattato, nello specifico, il tema dell’inserimento con particolare attenzione alla gradualità dello stesso;
– incontri individuali con compilazione condivisa della scheda di raccolta informazioni.
Durante i primi giorni di riapertura del nido si accolgono i “vecchi” utenti (reinserimento) e iniziano contestualmente gli inserimenti dei nuovi utenti, a piccoli gruppi, che avranno inizio in modo scaglionato.
Il pasto potrà essere garantito dal primo giorno, ma va definita l’opportunità con l’educatrice a seconda della risposta di ciascun bambino all’ambientamento.
Esigenze particolari verranno valutate in modo tale da non creare gravi disagi alle famiglie.
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